I lavoratori Intecs chiedono chiarezza

Assemblea per individuare le soluzioni alla crisi aziendale Interrogazione di Melilla. Per Accord Phoenix si tratta

L’AQUILA. Aprire un confronto con l’azienda, per individuare insieme le eventuali soluzioni per uscire dalla situazione di crisi. Un primo passo, quello deciso dall’assemblea dei lavoratori, in merito alla vertenza dell’ex Technolabs. Si tenta la strada del dialogo, per salvare il laboratorio aquilano rilevato dalla Intecs nel 2010 e già alle prese con una pesante mancanza di commesse. Intanto, il parlamentare di Sel Gianni Melilla ha rivolto un’interrogazione a risposta scritta ai ministri del Lavoro e dello Sviluppo economico, sollecitando iniziative «per scongiurare il rischio di chiusura del sito». Il presidente del gruppo Intecs Massimo Micangeli ha denunciato l’abbandono da parte delle istituzioni locali e la necessità di un nuovo piano strategico, anche per riuscire a incanalare i finanziamenti pubblici per il settore della ricerca e dello sviluppo, che finora sono mancati. Uno scenario che preoccupa i 130 ricercatori e i sindacati, che ieri si sono riuniti in assemblea. «È stato concordato», ha spiegato il segretario regionale della Fiom Alfredo Fegatelli, «di andare a verificare direttamente con l’azienda le possibili vie d’uscita dalla situazione di impasse in cui si trova l’ex Technolabs. Un tentativo di dialogo a cui potrebbe seguire, in mancanza di una risposta positiva da parte dei vertici, un vero e proprio pugno di ferro. Tenendo conto delle caratteristiche del laboratorio e delle potenzialità del personale, si possono individuare insieme percorsi e strategie industriali». Nell’interrogazione il parlamentare abruzzese Melilla ripercorre la storia del sito, sottolineando come «in seguito all’insediamento della nuova proprietà sono avvenute fuoriuscite volontarie, con uso di incentivi e ammortizzatori sociali e licenziamenti individuali. Inoltre è stata unilateralmente disdetta la contrattazione di secondo livello con relativa diminuzione del reddito dei lavoratori. I vertici aziendali dell’Intecs», si legge nell’interrogazione, «denunciano il totale abbandono delle istituzioni che a loro parere avrebbero ignorato una delle poche aziende che ha investito nel territorio dopo il sisma. L’azienda denuncia condizioni ambientali e politiche sfavorevoli non essendo riusciti, all’Aquila e in Abruzzo, a incanalare finanziamenti pubblici per il settore della ricerca, a differenza di altre regioni».

ACCORD PHOENIX. Sembra a buon punto, a Roma, nella sede di Invitalia, l’esame del progetto Accord Phoenix, l’azienda che intende insediarsi entro l’anno nel polo elettronico, ricollocando subito 134 lavoratori. Ma secondo l’ex parlamentare Giovanni Lolli, che sta seguendo l’operazione, va superato lo scoglio dell’autorizzazione che spetta alla Regione Abruzzo, in quanto la fabbrica dovrà occuparsi dello smaltimento di rifiuti elettronici. Un paletto che potrebbe causare ritardi. Lolli ha anche riferito ai sindacati che chiederà un incontro al ministero dello Sviluppo economico per sbloccare la vicenda degli ex lavoratori Finmek, che sono senza cassa integrazione, non possono percepire il Tfr e devono pure restituire all’Inps la mobilità già percepita.

Romana Scopano

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