Il carcere spiegato agli studenti

Gli avvocati della Camera penale hanno parlato dei problemi di sovraffollamento

L’AQUILA. Stanze di pochi metri quadrati in cui per stare in piedi si deve fare a turno, carta igienica appesa sulla tenda divisoria tra bagno e brande, spazzolini da denti abbandonati su lavandini sporchi e assenza quasi totate di attività ricreative. Sono solo alcuni esempi delle condizioni in cui vivono i detenuti delle carceri italiane, mostrate ieri mattina dagli avvocati dell'Unione delle Camere penali dell'Aquila in un video agli studenti delle terze e quarte dei Licei Linguistico, Pedagogico, dell'Istituto di Scienze motorie e del primo Liceo Classico . Circa 250 ragazzi hanno ascoltato nell'auditorium del Liceo a Pettino, la lezione sulla condizione delle carceri tenuta dagli avvocati del direttivo della Camera penale, Fabiana Gubitoso, Giulio Lazzaro e Gianluca Totani. L'iniziativa, intitolata «Il carcere non può aspettare», è stata organizzata a livello nazionale per sensibilizzare sul problema del sovraffollamento nelle prigioni, e sul trattamento riservato ai detenuti. Altissimi i numeri dei suicidi in carcere. Quest'anno sono già 54 i detenuti che si sono tolti la vita: un decesso ogni due giorni. Un problema, quello del sovraffollamento, che non esiste nel carcere di Preturo, «perché è di massima sicurezza», ha spiegato l’avvocato Massimo Manieri, «dove sono rinchiusi solo detenuti in regime di 41bis, che hanno una cella tutta per loro anche se perdono qualunque forma di intimità, controllati 24 ore al giorno da telecamere». In tutt'Italia ieri, sono state sospese le udienze penali.

(m.g.)

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