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Il film sulla Miserere e quell’incontro con l’attrice Golino

SULMONA. Il suo amore per il cinema travalica anche il ricordo della morte. Un presagio, o forse una fredda consapevolezza avrebbe indotto Armida Miserere a farsi fotografare con la donna che l’avrebb...

SULMONA. Il suo amore per il cinema travalica anche il ricordo della morte. Un presagio, o forse una fredda consapevolezza avrebbe indotto Armida Miserere a farsi fotografare con la donna che l’avrebbe poi impersonata nel film realizzato sulla sua tormentata vita. La riflessione è di Frank Mastrogiuseppe, (Rsu – Cgil Fp casa di reclusione Sulmona), che nel decimo anniversario della scomparsa dell’ex direttrice del carcere (si è uccisa il 18 aprile del 2003, la sera del venerdì santo quando in centro sfilava la processione del Cristo Morto), scrive una lettera in ricordo della Miserere. Una lettera di ammirazione nei confronti di una donna che chiama «compagna» e che definisce «sarcastica, esplosiva, passionale, sentimentale, contraddittoria, e … fragile». Una donna che per la prima volta fece entrare il cinema d’autore in carcere che terminò proprio nell’aprile del 2003 con “Una rassegna targata Fandango” e con l’incontro con Valeria Golino. “La Golino ed Emanuele Crialese erano intervenuti per prenotare e discutere con i reclusi il film “Respiro”»,, scrive nella lettera Mastrogiuseppe, «e quell’unica volta, Armida volle scendere nella sala polivalente, ribattezzata per l’occasione piazza Fellini». All’uscita del carcere la direttrice volle farsi fotografare con la Golino. «Le foto scattate in quella occasione, e più volte pubblicate, sono uniche», prosegue Mastrogiuseppe, «perché non vi sono foto di Armida con alcuno dei molti (generosi) protagonisti che hanno partecipato alle rassegne. A guardare le due donne insieme si ha la percezione, in virtù delle “pose”, che la Golino aveva avvertito la fragilità dell’altra. In effetti oggi, osservandole senza la distrazione del pirotecnico eloquio di Armida, le immagini palesano davvero l’entità della sua stanchezza, non solo fisica. Domani, 18 aprile (oggi per chi legge), saranno trascorsi esattamente dieci anni dalla data in cui quella donna, unica, decise di togliersi la vita segnando la sua e le nostre esistenze. L’unica consolazione è pensare che il caparbio Marco Puccioni sta portando a termine il suo “Forte come il vento” e che presto, forse, la vedremo rivivere sul grande schermo interpretata proprio da Valeria Golino». Oggi, a mezzogiorno, il carcere di Sulmona ricorderà l’ex direttrice con un minuto di raccoglimento.

Claudio Lattanzio

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