Il teatro cambia volto ecco i segreti del restauro
I dettagli del progetto per il recupero del Comunale: via la scalinata centrale Previsti lavori per ricavare uno spazio sotto alla platea, lavori al via nel 2014
L’AQUILA. Rientrare nel Teatro Comunale restaurato sarà una sorpresa. Con un intento conservativo e migliorativo, i lavori doneranno agli aquilani una «macchina nuova», aderente alle caratteristiche storiche, più funzionale, attenta ai disabili.
La due giorni per i 50 anni del Teatro Stabile d’Abruzzo si è conclusa con l’illustrazione degli attuali lavori di ricostruzione di un luogo simbolo. Ieri all’Auditorium del Parco l’architetto progettista Elisabetta Fabbri ha dettagliato il progetto. Con 1,6 milioni raccolti dalla trasmissione di Rai1 «Porta a porta» sono stati completati i lavori di recupero strutturale del teatro, grazie al team coordinato dall’ex vicecommissario alla ricostruzione Luciano Marchetti, composto dagli architetti Gianlorenzo Conti, Giuseppe Santoro e l’ingegnere Claudio Modena. Ora, invece, con altri 10 milioni del decreto 24 del commissario delegato alla ricostruzione, si realizzeranno interventi, sotto la Direzione regionale dei beni culturali su incarico del Comune, che restituiranno alla città un vero tesoro.
Il gruppo di progettazione, con molti professionisti aquilani, è coordinato dall’architetto Fabbri, suoi i lavori di restauro della Fenice di Venezia, della Scala di Milano, del San Carlo di Napoli. «Siamo partiti dall’analisi del teatro esistente e dei suoi bisogni, abbiamo lavorato con lo staff del teatro valutando limiti e possibilità di sviluppo», ha spiegato Fabbri. Alcune novità saranno immediatamente visibili, ma, chiarisce l’architetto, «non si tratta di interventi dirompenti o che alterano l’edificio storico». In particolare il cambiamento molto forte riguarda il sottoplatea, lì c’è già uno spazio che si può fruire: «È caratteristico di molti teatri d’opera ottocenteschi, e in alcuni disegni del primo ’900 si trova in qualche modo rappresentato. Si tolgono materiali di risulta, si scava, e sotto la platea si ha spazio d’uso versatile. Lo abbiamo fatto al Teatro San Carlo, ed è molto nota la sala sotto platea dell’Opéra Garnier di Parigi».
Lo scavo è in corso (con fondi comunali) mentre i lavori di adeguamento funzionale partiranno nei prossimi mesi: dodici le imprese che partecipano al bando di gara. «Spero si possa partire nei primi mesi del 2014, il cronoprogramma prevede poi 750 giorni con premio per eventuale accelerazione», ha spiegato il direttore regionale per i Beni culturali e paesaggistici d’Abruzzo Fabrizio Magani. «Si tratta di un progetto ambizioso e molto articolato». Sorgerà la sartoria, verrà spostata la biglietteria, saranno creati ascensori per i disabili, e modifiche importanti riguarderanno il palco. Con adeguamenti scenotecnici si avrà rapidità e sicurezza nelle movimentazioni di scena, inoltre sarà creata la buca dell’orchestra senza diminuire i posti in platea, eliminando il corridoio centrale tra le poltrone, a favore di due laterali. Altro cambiamento riguarda il foyer. Il Teatro comunale è opera ottocentesca dell’architetto napoletano Luigi Catalani: «La scalinata centrale risale a metà del ’900 e non è l’impianto originario», spiega Fabbri. «Sulla scorta di disegni trovati e di un ragionamento logico su come il progettista poteva averlo pensato, e in totale accordo con la Sovrintendenza, sarà eliminata e si creeranno due scale laterali contrapposte». Il teatro sarà tutto percorribile: anche il sottotetto sarà visitabile a piccoli gruppi.
Barbara Bologna
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