In centro è strage di studenti
Morti 13 teramani, tra loro tre coppie di fidanzati e due sorelle. L’incredibile caso di Marta di Bisenti, salvata dopo 23 ore. Senza scampo le due amiche
L’AQUILA. In centro è una strage di universitari. Il simbolo di questa strage è la Casa dello Studente di via XX Settembre, da poco ristrutturata, che si accartoccia portando via le vite di non si sa quanti ragazzi (ieri sera ne erano rimasti quattro da tirare fuori). Ma nei dintorni crollano altre palazzine abitate da studenti. E la provincia teramana paga un prezzo altissimo. Nel giro di poche centinaia di metri muoiono 13 giovani di ogni parte del Teramano.
TRAGICO ELENCO. Tra le vittime teramane tre coppie di fidanzati: Lorenzo Cinì, 23 anni, e Arianna Pacini, 27, di Montorio; Lorenzo Della Loggia, 25, e Sara Persichitti, 23, di Atri; Alberto Guercioni, 35, di Sant’Egidio, e Genny Antonini, 24, di Controguerra. Morta anche la sorella di quest’ultima Giusy, 22. Le altre vittime teramane sono Sara Bronico, 31 anni, di Atri; Gabriele Di Silvestre, 19, di Civitella; Matteo Vannucci, 22, di Tortoreto; Andrea Puliti, 24, di Bellante; Federica Moscardelli, 24, di Montorio; Serena Scipione, 24, di Bisenti.
MARTA E’ VIVA. Le ultime due della tragica lista erano le amiche del cuore e compagne di appartamento di Marta Valente, 24 anni, di Bisenti. Solo su Marta si può scrivere una storia a lieto fine: 23 ore dopo il sisma l’hanno tirata fuori viva gli uomini del soccorso alpino e speleologico da quello che restava di una palazzina di quattro piani in via Sant’Andrea. «È stato un salvataggio delicato», raccontano gli speleologi, «c’erano travi pericolanti molto vicine». I soccorritori l’hanno trovata stesa sul letto: a meno di 20 centimetri dal suo corpo una trave di cemento armato che si è staccata dal soffitto e che è stata la sua salvezza. Ha infatti evitato che le finissero addosso le altre due travi cadute perpendicolarmente. La ragazza è rimasta così protetta e bloccata. Marta deve anche ringraziare Matteo, un ragazzo estratto dalle macerie dello stesso edificio prima di lei. Appena uscito ha segnalato ai soccorritori il punto dove più o meno si trovava.
LE TRE AMICHE. Dai resti dello stesso appartamento, ore dopo, verranno fuori i corpi di Serena e Federica. Con Marta erano amiche dai tempi del liceo. Inseguivano il comune sogno di laurearsi in medicina e di poter salvare vite umane. Tre amiche che si sono date la buonanotte domenica sera, non sapendo che sarebbe stata l’ultima volta. Unite nella vita, separate nel destino. La salma di Serena Scipione era attesa già per ieri sera a Bisenti, un paese sotto shock. Tanti gli amici che piangono una ragazza definita «bella, simpatica, eccezionale». Sognava di salvare la gente, dicono coloro che la conoscevano bene. Disperati il padre Silvio, la mamma Teresa Modesti e la sorella Valeria, che doveva sposarsi in agosto. Marta invece è in un letto dell’ospedale di Chieti con il papà Marco, veterinario all’istituto zooprofilattico di Teramo, la mamma e il fratello Paolo intorno a lei. Marta è anche la nipote di Agreppino Valente, ingegnere capo della Provincia di Teramo. Con Serena è morta Federica Moscardelli, classe ’84, di Montorio. La sorella Fabiana è scampata al sisma: stava in una casa poco distante. Federica, che lascia i genitori Teodoro e Grazia, era conosciutissima a Montorio perché molto attiva nel volontariato (era nella Croce Bianca) e in chiesa (faceva parte del gruppo Tend e del coro della Tendopoli).
LORENZO E ARIANNA. Montorio, con Atri, è il paese che paga il prezzo più pesante. Oltre a Federica Moscardelli sono morti nel terremoto Lorenzo Cinì, classe 86, un ragazzo con una terribile storia di lutti familiari alle spalle al quale erano rimasti solo il papà Franco, direttore della Bls di Alba, e una zia, e la sua compagna Arianna Pacini, 27 anni, con la quale conviveva all’Aquila. Stavano insieme da tre anni e mezzo. Il 20 aprile lui avrebbe discusso la tesi in fisioterapia e giocava a pallavolo con il Montorio in serie B. Arianna doveva compiere 28 anni a luglio, studiava psicologia e ballava con una scuola di danza. Lascia il papà Alessio, pensionato, la madre Liliana, direttrice amministrativa della scuola di Bellante, la sorella Piera e il fratello Damiano. I due fidanzati domenica sera erano ripartiti per L’Aquila perché lei aveva lezione lunedì. Li hanno trovati vicini, nel letto.
MATTEO. Aveva 22 anni, Matteo Vannucci di Tortoreto, e sotto le rovine dell’alloggio che occupava è rimasto sepolto il suo sogno di una brillante carriera di insegnante. Matteo si era laureato in lettere a soli 21 anni e aveva grandi progetti. A riconoscerlo sono stati i genitori, con i quali (e con una sorella) Matteo viveva in via De Gasperi a Tortoreto Lido. Qui ha visto per l’ultima volta la famiglia domenica pomeriggio. Il padre, pescatore, è persona conosciuta e stimata a Tortoreto e non solo. Oggi alle 15.30 i funerali nella chiesa dell’Assunta.
LE SORELLE E ALBERTO. La Val Vibrata è rimasta in ansia quasi due giorni per due sorelle di Controguerra rimaste sotto le macerie dell’appartamento che occupavano in via Roma. Un loro fratello si è salvato. La speranza per Genny e Giusy Antonini, 24 e 22 anni, è invece finita nella serata di ieri. E insieme è finita la speranza di trovare vivo Alberto Guercioni, 35enne impiegato in una ditta di impianti fotovoltaici, che era il fidanzato di Genny e che con le due sorelle era partito per L’Aquila domenica sera. La prima scossa, nella tarda serata di domenica, ha allarmato i tre ragazzi, che hanno chiamato i loro cari. Alberto ha poi deciso di rimanere la notte insieme alla ragazza per tranquillizzarla e ripartire l’indomani mattina.
ANDREA. San Mauro, frazione di Bellante, piange Andrea Puliti. Lunedì mattina il padre Ornello, idraulico, ha ottenuto in prestito una moto ed è partito, solo, alla ricerca del figlio. Gli avevano detto che Andrea era rimasto schiacciato dalle macerie, ma che era vivo ed era stato trasportato in ospedale. Dall’ospedale l’uomo è stato però mandato in obitorio e lì ha riconosciuto la salma del figlio. Poi da solo, in moto, Ornello è tornato a casa. Andrea aveva 24 anni, studiava ingegneria informatica e condivideva un appartamento con tre ragazzi. Uno è rimasto illeso, due feriti ma ce l’hanno fatta. Ieri la salma di Andrea è stata trasportata a casa. Oggi alle 16 il funerale.
GLI ATRIANI. Il Comune di Atri ha proclamato il lutto cittadino. Tre i giovani della città che hanno perso la vita nel terremoto. Si tratta di Sara Persichitti e Lorenzo Della Loggia, una coppia di fidanzati, e di Sara Bronico. Sara Persichitti, studentessa di scienze infermieristiche, abitava in una palazzina di via XX Settembre. Il suo ragazzo, che collaborava come agrotecnico con l’ufficio di Atri della Coldiretti e stava per laurearsi in agraria all’università di Teramo, era andato a stare da lei per un paio di giorni. Lorenzo spesso si alzava prestissimo al mattino per aiutare i genitori, che hanno un’azienda agricola in contrada San Giacomo. La terza vittima di Atri, Sara Bronico, che avrebbe compiuto 32 anni il prossimo 6 luglio, si era trasferita nel capoluogo abruzzese per lavorare come infermiera e seguire così le orme della madre, infermiera all’ospedale di Atri.
GABRIELE. Villa Lempa di Civitella piange la più giovane vittima teramana. Gabriele Di Silvestre aveva appena 19 anni ed era al primo anno di università. La sorella si era laureata una settimana fa con il massimo dei voti. Tutto studio, famiglia, amici e chiesa, Gabriele era credente e praticante. Don Stefano Iacono, parroco di Villa Lempa, serba un bellissimo ricordo di lui. I funerali del giovane si celebreranno domani alle 16 nella chiesa del Carmine. Il Comune di Civitella ha proclamato il lutto cittadino.
TRAGICO ELENCO. Tra le vittime teramane tre coppie di fidanzati: Lorenzo Cinì, 23 anni, e Arianna Pacini, 27, di Montorio; Lorenzo Della Loggia, 25, e Sara Persichitti, 23, di Atri; Alberto Guercioni, 35, di Sant’Egidio, e Genny Antonini, 24, di Controguerra. Morta anche la sorella di quest’ultima Giusy, 22. Le altre vittime teramane sono Sara Bronico, 31 anni, di Atri; Gabriele Di Silvestre, 19, di Civitella; Matteo Vannucci, 22, di Tortoreto; Andrea Puliti, 24, di Bellante; Federica Moscardelli, 24, di Montorio; Serena Scipione, 24, di Bisenti.
MARTA E’ VIVA. Le ultime due della tragica lista erano le amiche del cuore e compagne di appartamento di Marta Valente, 24 anni, di Bisenti. Solo su Marta si può scrivere una storia a lieto fine: 23 ore dopo il sisma l’hanno tirata fuori viva gli uomini del soccorso alpino e speleologico da quello che restava di una palazzina di quattro piani in via Sant’Andrea. «È stato un salvataggio delicato», raccontano gli speleologi, «c’erano travi pericolanti molto vicine». I soccorritori l’hanno trovata stesa sul letto: a meno di 20 centimetri dal suo corpo una trave di cemento armato che si è staccata dal soffitto e che è stata la sua salvezza. Ha infatti evitato che le finissero addosso le altre due travi cadute perpendicolarmente. La ragazza è rimasta così protetta e bloccata. Marta deve anche ringraziare Matteo, un ragazzo estratto dalle macerie dello stesso edificio prima di lei. Appena uscito ha segnalato ai soccorritori il punto dove più o meno si trovava.
LE TRE AMICHE. Dai resti dello stesso appartamento, ore dopo, verranno fuori i corpi di Serena e Federica. Con Marta erano amiche dai tempi del liceo. Inseguivano il comune sogno di laurearsi in medicina e di poter salvare vite umane. Tre amiche che si sono date la buonanotte domenica sera, non sapendo che sarebbe stata l’ultima volta. Unite nella vita, separate nel destino. La salma di Serena Scipione era attesa già per ieri sera a Bisenti, un paese sotto shock. Tanti gli amici che piangono una ragazza definita «bella, simpatica, eccezionale». Sognava di salvare la gente, dicono coloro che la conoscevano bene. Disperati il padre Silvio, la mamma Teresa Modesti e la sorella Valeria, che doveva sposarsi in agosto. Marta invece è in un letto dell’ospedale di Chieti con il papà Marco, veterinario all’istituto zooprofilattico di Teramo, la mamma e il fratello Paolo intorno a lei. Marta è anche la nipote di Agreppino Valente, ingegnere capo della Provincia di Teramo. Con Serena è morta Federica Moscardelli, classe ’84, di Montorio. La sorella Fabiana è scampata al sisma: stava in una casa poco distante. Federica, che lascia i genitori Teodoro e Grazia, era conosciutissima a Montorio perché molto attiva nel volontariato (era nella Croce Bianca) e in chiesa (faceva parte del gruppo Tend e del coro della Tendopoli).
LORENZO E ARIANNA. Montorio, con Atri, è il paese che paga il prezzo più pesante. Oltre a Federica Moscardelli sono morti nel terremoto Lorenzo Cinì, classe 86, un ragazzo con una terribile storia di lutti familiari alle spalle al quale erano rimasti solo il papà Franco, direttore della Bls di Alba, e una zia, e la sua compagna Arianna Pacini, 27 anni, con la quale conviveva all’Aquila. Stavano insieme da tre anni e mezzo. Il 20 aprile lui avrebbe discusso la tesi in fisioterapia e giocava a pallavolo con il Montorio in serie B. Arianna doveva compiere 28 anni a luglio, studiava psicologia e ballava con una scuola di danza. Lascia il papà Alessio, pensionato, la madre Liliana, direttrice amministrativa della scuola di Bellante, la sorella Piera e il fratello Damiano. I due fidanzati domenica sera erano ripartiti per L’Aquila perché lei aveva lezione lunedì. Li hanno trovati vicini, nel letto.
MATTEO. Aveva 22 anni, Matteo Vannucci di Tortoreto, e sotto le rovine dell’alloggio che occupava è rimasto sepolto il suo sogno di una brillante carriera di insegnante. Matteo si era laureato in lettere a soli 21 anni e aveva grandi progetti. A riconoscerlo sono stati i genitori, con i quali (e con una sorella) Matteo viveva in via De Gasperi a Tortoreto Lido. Qui ha visto per l’ultima volta la famiglia domenica pomeriggio. Il padre, pescatore, è persona conosciuta e stimata a Tortoreto e non solo. Oggi alle 15.30 i funerali nella chiesa dell’Assunta.
LE SORELLE E ALBERTO. La Val Vibrata è rimasta in ansia quasi due giorni per due sorelle di Controguerra rimaste sotto le macerie dell’appartamento che occupavano in via Roma. Un loro fratello si è salvato. La speranza per Genny e Giusy Antonini, 24 e 22 anni, è invece finita nella serata di ieri. E insieme è finita la speranza di trovare vivo Alberto Guercioni, 35enne impiegato in una ditta di impianti fotovoltaici, che era il fidanzato di Genny e che con le due sorelle era partito per L’Aquila domenica sera. La prima scossa, nella tarda serata di domenica, ha allarmato i tre ragazzi, che hanno chiamato i loro cari. Alberto ha poi deciso di rimanere la notte insieme alla ragazza per tranquillizzarla e ripartire l’indomani mattina.
ANDREA. San Mauro, frazione di Bellante, piange Andrea Puliti. Lunedì mattina il padre Ornello, idraulico, ha ottenuto in prestito una moto ed è partito, solo, alla ricerca del figlio. Gli avevano detto che Andrea era rimasto schiacciato dalle macerie, ma che era vivo ed era stato trasportato in ospedale. Dall’ospedale l’uomo è stato però mandato in obitorio e lì ha riconosciuto la salma del figlio. Poi da solo, in moto, Ornello è tornato a casa. Andrea aveva 24 anni, studiava ingegneria informatica e condivideva un appartamento con tre ragazzi. Uno è rimasto illeso, due feriti ma ce l’hanno fatta. Ieri la salma di Andrea è stata trasportata a casa. Oggi alle 16 il funerale.
GLI ATRIANI. Il Comune di Atri ha proclamato il lutto cittadino. Tre i giovani della città che hanno perso la vita nel terremoto. Si tratta di Sara Persichitti e Lorenzo Della Loggia, una coppia di fidanzati, e di Sara Bronico. Sara Persichitti, studentessa di scienze infermieristiche, abitava in una palazzina di via XX Settembre. Il suo ragazzo, che collaborava come agrotecnico con l’ufficio di Atri della Coldiretti e stava per laurearsi in agraria all’università di Teramo, era andato a stare da lei per un paio di giorni. Lorenzo spesso si alzava prestissimo al mattino per aiutare i genitori, che hanno un’azienda agricola in contrada San Giacomo. La terza vittima di Atri, Sara Bronico, che avrebbe compiuto 32 anni il prossimo 6 luglio, si era trasferita nel capoluogo abruzzese per lavorare come infermiera e seguire così le orme della madre, infermiera all’ospedale di Atri.
GABRIELE. Villa Lempa di Civitella piange la più giovane vittima teramana. Gabriele Di Silvestre aveva appena 19 anni ed era al primo anno di università. La sorella si era laureata una settimana fa con il massimo dei voti. Tutto studio, famiglia, amici e chiesa, Gabriele era credente e praticante. Don Stefano Iacono, parroco di Villa Lempa, serba un bellissimo ricordo di lui. I funerali del giovane si celebreranno domani alle 16 nella chiesa del Carmine. Il Comune di Civitella ha proclamato il lutto cittadino.