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In fuga dalle bombe a 16 anni, tesserato dall’Aquila calcio
Ropak arriva da Kiev, la società di Eccellenza lo ha aggregato alla squadra: «Ringrazio la città, temo per i miei cari»
L’AQUILA. Le bombe sull’Ucraina rischiano di distruggere anche i sogni dei ragazzi. Ma in Abruzzo Vladyslav Ropak ha trovato una nuova speranza, quella di intraprendere una carriera calcistica. Fuggito dalla guerra, il sedicenne da ieri è ufficialmente un giocatore dall’Aquila calcio, nel campionato di Eccellenza.
«È partito il 26 giugno scorso da Kiev con un borsone e tanta voglia di calcio. E dopo 2.400 chilometri di viaggio, quando è arrivato al Gran Sasso è stato subito amore: si è tolto le scarpe e ha iniziato a giocare a calcio insieme ai suoi piccoli compagni d’avventura ucraini, come non potevano fare da mesi», spiega la società calcistica, «lo ha notato anche mister Massimo Epifani, che ha voluto aggregarlo in ritiro. Da allora è come se fosse entrato a far parte della nostra famiglia, ma oggi possiamo ufficialmente dire che è uno di noi: abbiamo depositato il suo tesseramento».
Vlad è uno dei 25 ragazzi delle scuole calcio della Dinamo Kiev e della Orion che a giugno sono fuggiti dalla guerra per trovare ospitalità nel capoluogo abruzzese. Sono praticamente soli, con pochi accompagnatori. Comune e prefettura hanno messo loro a disposizione gli alloggi, L’Aquila calcio, invece, gli ha aperto lo stadio Gran Sasso-Acconcia, fornendogli materiale sportivo e pulmini per le trasferte e il supporto dei propri tecnici. Nella nuova famiglia sportiva, Vlad è aiutato spesso nella comprensione dei dettami tattici dal compagno Giorgio Mantini, che ogni giorno lo prende e lo riporta al progetto Case di Roio 2 dove vive.
«A Kiev ho lasciato mia madre, mio padre e mia sorella», racconta il giovane difensore ucraino, «moralmente sono con loro e con i miei amici. Li sento ogni giorno perché la preoccupazione per la situazione che ho lasciato è tanta. Non vedo l’ora che tutto torni come prima», spiega lo stesso Vlad, poi continuando: «Sono molto grato per l’ospitalità che abbiamo ricevuto qui all’Aquila e contento per l’opportunità che mi sta dando il club rossoblù. Ora non penso ad altro che ad allenarmi col massimo dell’impegno, cercando di seguire i consigli del mister. Spero che sia un’occasione per crescere e migliorare, perché il mio sogno era e resta quello di fare il calciatore» (l.t.)
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