L'Aquila, 500 milioni da Roma ma servono altri soldi subito
Il contentino: il governo Monti ha sbloccato altri 500 milioni degli oltre due miliardi concessi dal Cipe a dicembre
L’AQUILA. Una seduta del Senato, quella di ieri sulla ricostruzione, che si è svolta davanti a una trentima di parlamentari. Il ministro uscente alla coesione territoriale Fabrizio Barca ha ripetuto cose già note e ha fatto passare per una gentile concessione del governo lo sblocco di altri 500 milioni che fanno però parte sempre dei famosi due miliardi e rotti concessi dal Cipe a dicembre 2012 e che ancora non trovano la strada per L’Aquila. Dunque l’unica novità è che quei soldi fra qualche tempo saranno materialmente nelle casse del Comune che così potrà prendere fiato e darli in pasto a cittadini che ormai ne hanno piene le tasche di ritardi, burocrazia e prese in giro. 500 milioni che aggiunti ad altrettanti oggetto di una variazione di bilancio di qualche settimana fa faranno fare qualche chilometro alla macchina della ricostruzione che però, già a fine maggio, sarà di nuovo in riserva e servirà subito il famoso miliardo che ieri il governo Monti, in uscita da palazzo Chigi, non se l’è sentita di concedere con un decreto come aveva chiesto il sindaco. Ora tutti a pregare “san” Enrico Letta che se riuscirà a formare un nuovo esecutivo, avrà anche il compito di decidere se L’Aquila deve essere ricostruita o abbandonata a se stessa. Nel dibattito avvenuto nell’aula del Senato dopo l’intervento di Barca si sono levate le voci di Stefania Pezzopane (Pd), Enza Bundo (M5s), Antonio Razzi, Paola Pelino, Federica Chiavaroli (Pdl). La Pezzopane ha affermato fra l’altro: «Il ministro Barca ha detto una parola di chiarezza su quali e quante risorse siano necessarie all’Aquila nel cratere per la ricostruzione: oltre 10 miliardi di euro. La decisione del governo che sblocca altri 500 milioni è positiva ma servono ulteriori provvedimenti e un finanziamento regolare, attraverso la Cassa Depositi e Prestiti, che garantisca il flusso regolare di un miliardo di euro l’anno per 10 anni, per consentire ai cittadini di tornare nelle loro case, ai Comuni del cratere di assolvere ai loro impegni e all’Aquila di essere ricostruita». La Pezzopane ha poi continuato: «Basta con le parole di sfregio che ho sentito anche in quest’aula e basta con la tracotanza dei troppi che hanno parlato e parlano dell’Aquila senza conoscerla. Sarebbe ora - ha concluso Pezzopane - che l’Italia si doti di una legge che aiuti i territori ad affrontare le emergenze e anche a prevenire, mi adopererò per questo». Enza Blundo ha sottolineato: «Riteniamo che sia giunto il momento di fare piena luce su dati e documenti, fondi stanziati e fondi effettivamente messi a disposizione, sulla loro consistenza e stato di utilizzo, sui risultati delle attività svolte dalle pubbliche amministrazioni e dai soggetti che si occupano, a vario titolo, della ricostruzione dei territori colpiti dal sisma, con particolare riferimento alla adeguatezza della pianificazione strategica e del cronoprogramma previsto. Non possiamo non tener conto delle legittime istanze dei cittadini abruzzesi del cratere, rese evidenti sin dai primi mesi dopo il sisma e da troppo tempo rimaste senza risposta. Fino ad ora ci sono stati interventi parziali, dispendiosi, non risolutivi che hanno lasciato ampi margini all’illegalità. Su questi temi, riguardo la ricostruzione dell’Aquila, ho presentato un atto di sindacato ispettivo e depositato una proposta di inchiesta parlamentare. Al nuovo governo, in particolare, chiederemo risposte precise sugli enormi problemi ancora aperti nell’ambito della ricostruzione, mentre al governo in carica (e a quello che lo ha preceduto) chiederemo conto del loro operato e delle ragioni delle gravi disfunzioni registrate. Troppi infatti sono i punti ancora oscuri nella gestione di una vicenda che ha avuto inizio, non dimentichiamolo, con una tragedia, in cui hanno perso la vita 309 persone, più di 1500 sono rimaste ferite e 70 mila sono stati gli sfollati», ha concluso la Blundo. Paola Pelino a nome del Pdl ha invece detto fra l’altro: «È importante per la difficile e complessa opera di ricostruzione, urgente dopo il terremoto che ha colpito L’Aquila e i comuni del cratere, garantire risorse finanziarie adeguate ai danni subiti e assicurare che esse siano erogate in tempi certi. Mi impegno a presentare in tal senso una mia proposta di legge, appena sarà insediato il nuovo governo che prevede che almeno nei prossimi sei anni venga inserito nel bilancio dello Stato un capitolo di spesa solo per la ricostruzione dell’Aquila e dei comuni del cratere quantificabile in un miliardo di euro. È anche essenziale considerare però i comuni fuori dal cratere, danneggiati dal sisma, che oggi hanno dovuto contare solo su stanziamenti del tutto inadeguati». (g.p.)