L'Aquila, due colpi di pistola contro la casa di una giornalista

2 Gennaio 2013

Nell’abitazione di Coppito presa di mira, vive con genitori la giornalista di TvUno Daniela Braccani insieme ai genitori e al fratello. Gli spari, alle 23.30 del 31 dicembre, diretti alla vetrata del soggiorno mentre erano in cucina

L’AQUILA. La polizia sta indagando su un episodio davvero inquietante e mai avvenuto all’Aquila: due colpi di pistola sono stati esplosi contro una abitazione situata in via dei Colatoi a Coppito dove abita, con la sua famiglia, la giornalista di Tv Uno Daniela Braccani.

E se il fatto già di per se fa rabbrividire, c’è un dettaglio che lascia interdetti: i colpi sono stati sparati ad altezza d’uomo. Come a confermare la probabile intenzioni di voler colpire qualcuno.

Intorno alle 23.30 del 31 dicembre la famiglia Braccani stava cenando in attesa di salutare il nuovo anno quando la serata di festa si è tramutata in attimi di terrore: il primo colpo è finito contro una porta-finestra mentre il secondo ha danneggiato una serranda. I colpi, dunque, erano diretti al soggiorno dell’abitazione. E la tragedia è stata evitata solo perché tutti i componenti della famiglia (la Braccani, i genitori, suo fratello e la fidanzata di questi) erano in quel momento casualmente in cucina.

Subito è stata chiamata la polizia e sul posto sono giunti agenti della squadra volante e della mobile. La prima pista battuta dagli investigatori, sul momento, è stato il gesto di qualche scriteriato, forse ubriaco che ha voluto festeggiare in lieve anticipo l’arrivo del Capodanno esplodendo potenti botti, casomai di fabbricazione illecita, contro quella casa. Ma questa pista ha perso subito credibilità dopo il ritrovamento del primo dei proiettili. L’esame ha confermato che si tratta di un proiettile di grosso calibro di una pistola. Sul posto sono arrivati anche gli agenti della polizia scientifica. La conclusione, per ora, è che i colpi sono stati sparati dalla strada che costeggia la villetta, da una decina di metri o poco più.

Tutto lascia ipotizzare che, sparando ad altezza d’uomo, si volesse colpire qualcuno e non un gesto esclusivamente intimidatorio.

Gli elementi per arrivare alla soluzione del caso non sono molti visto che non sembra che ci siano stati dei testimoni. Comunque la Braccani, ovviamente molto provata da quanto accaduto, ha riferito di avere ricevuto alcune telefonate mute, e dunque anonime, in questi giorni. E sembra anche che telefonate mute siano giunte anche alla sua televisione ma è presto per poterle collegare al fatto. E’ chiaro che delle verifiche nei tabulati telefonici si potranno chiarire alcuni aspetti finora oscuri. Ma la perizia balistica sui proiettili sarà decisiva per poter capire il calibro in modo esatto. A quel punto si potrà vedere quante persone con il porto d’armi posseggono una pistola simile a quella dalla quale sono partiti i colpi.

Questi i primi riscontri che sono stati avviati dalla squadra mobile diretta dal dottor Maurilio Grasso che oggi riferirà al magistrato.

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