L'Aquila, per i bimbi maltrattati all'asilo nei guai anche la direttrice

16 Dicembre 2014

La Procura la chiama in causa per aver ignorato le segnalazioni dei genitori

L'AQUILA. Chiuse le indagini preliminari a carico delle tre educatrici accusate di aver maltrattato i bimbi di un asilo privato convenzionato con il Comune e indagata anche la direttrice della struttura, Anna Tempesta. La procura vuole chiedere il rinvio a giudizio per tutte le maestre già sottoposte alle indagini.

La Squadra Mobile dell'Aquila ha notificato l’avviso della conclusione delle indagini preliminari alle educatrici indagate in concorso per i reati di maltrattamenti in danno di minori. Mentre sono ancora in corso le notifiche alle parti offese, spunta il coinvolgimento della direttrice della struttura, indagata  in quanto “come titolare della struttura convenzionata con il Comune, malgrado le ripetute segnalazioni dei genitori dei minori circa le carenze igieniche e assistenziali e circa le azioni improprie e dannose delle assistenti, ometteva di attivarsi al fine di impedire il verificarsi delle condotte poste in essere dalle educatrici nei confronti dei bambini.”



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Fondamentale, secondo la polizia, il contributo collaborativo e testimoniale dei genitori dei bambini, che sentiti tutti come testimoni e parti offese, hanno aperto nuovi scenari e confermato quelli già investigativamente acquisiti. In sostanza, la maggior parte dei genitori ha di fatto confermato quanto denunciato dalle educatrici tirocinanti.

Le condotte omissive della direttrice, già sottolineate dagli accertamenti della Squadra Mobile, sono state confermate da molti genitori che, in occasioni e circostanze diverse, le avevano rivolto specifiche lamentele, chiedendole anche una riunione per discutere alcuni fatti che sembravano poco chiari.



La riunione si era poi tenuta, ma contrariamente a quanto richiesto, furono convocate solo le mamme che si erano lamentate e non tutti i genitori dei bambini iscritti. In quella situazione alcune madri, le cui segnalazioni erano state puntualmente sconfessate dalla direttrice, avevano chiesto anche l’installazione di telecamere, convinte che quei filmati avrebbero convinto anche la stessa direttrice della veridicità delle segnalazioni.Tale proposta, come tutte le segnalazioni, era stata ovviamente respinta.