L'Aquila verso il ballottaggioufficiale l'intesa De Matteis-Pdl

Il candidato sindaco infiamma la folla: ora mandiamo a casa Cialente

L'AQUILA. L'abbraccio con Luca Ricciuti suggella l'accordo siglato nella mattinata a Roma. Giorgio De Matteis - candidato sindaco al ballottaggio di L'Aquila città aperta, Mpa, Udc, L'Aquila città unita, Udeur, Tutti per L'Aquila, I Castelli per L'Aquila, Prospettiva 2022 - benedice così l'alleanza con il Pdl (Popolo delle Libertà), prima del comizio al Ridotto del Teatro.
Sulla piazza lo aspettano in tanti già da quasi un'ora.

La sala del Ridotto, intorno alle ore 19, si riempie e De Matteis sul palco non perde tempo. Dopo un «vi voglio bene» passa a ringraziare subito il partito di Berlusconi che, dice «vuole partecipare alla ricostruzione con noi, senza chiedere né poltrone, né assessorati». A rappresentare il Pdl in sala c'è Ricciuti.

Poi un appello a tutti gli «esclusi» dal primo turno.

«Grazie a Mancini, a Di Cesare, a Vittorini» esordisce il candidato «L'Aquila deve essere ricostruita. Facciamolo insieme. Noi siamo aperti al contributo di tutti».

Una chiamata alle armi salutata con una standing ovation del pubblico.

De Matteis ne approfitta per togliersi qualche sassolino dalle scarpe, affrontando alcuni dei temi più sentiti dalla città. «Trecento anni fa gli aquilani restavano in città e la ricostruivano. Noi siamo qui e dobbiamo fare lo stesso. Le nostre famiglie sono il punto cruciale dell'Aquila» ha detto, prima di passare a quello che definisce il «silenzio colpevole del governo Cialente».

«L'amministrazione uscente lascerà un debito 4milioni per le bollette non pagate delle utenze del progetto Case, che rischieranno di gravare sulle tasche degli aquilani» tuona. Il leader di Città aperta si accende quando sullo schermo scorrono le immagini del centro storico ancora ferito dopo tre anni dal terremoto: «I piani di ricostruzione sono fermi, quello della città e quelli delle frazioni. Quello di Tempera è stato presentato, ma non parte a causa di motivi politici: niente accade se non è sponsorizzato da un partito. Quanto all'Aquila, per redigere in fretta e furia il piano,strumento necessario per ottenere i finanziamenti, sono stati spesi un milione e 400mila euro che ancora stiamo pagando. Per di più è fatto in modo tale che non serve a niente. Il Governo l'ha bocciato e non si sa dove è fermo. Possiamo fare la storia, ma ci siamo ridotti ad un pezzo di carta che non vuole nessuno».

De Matteis ha poi ribadito il ruolo centrale dell'Università e l'importanza di diminuire i disagi dei cittadini del progetto Case: «La legge regionale, da me firmata per finanziare servizi sociali per le new town, è tuttora inapplicata perché Cialente e la Pezzopane hanno presentato le stesse richieste senza neanche un accordo preventivo: un palasport coperto da realizzare nei prossimi 8-9 anni».

Alla fine, dopo quasi un'ora di "assolo" mentre sullo schermo scorrono a uno a uno i nomi dei 224 candidati delle sue sette liste, De Matteis arringa di nuovo la folla: «Non abbiamo bisogno di sondaggi farlocchi. Oggi nel centrosinistra c'è una temperatura polare: meno 13, la percentuale di voti persi rispetto alle elezioni del 2007. Tutti sono rimasti stupiti del fatto che Cialente non abbia vinto al primo turno, perché un sindaco che ha gestito il potere tra le proprie mani, non è riuscito a farsi rieleggere subito. Noi siamo in pista per mandarlo a casa. A casa! La città è degli aquilani, la rifaremo più bella di prima. Oggi inizia una nuova battaglia».

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