L'Istituto tecnico industriale blocca gli scrutini
Adesione alla protesta nazionale, striscione fuori la scuola: «No ai tagli»
AVEZZANO. Bloccati all'Itis tutti gli scrutini previsti dal calendario. Se ne riparlerà dopo la chiusura dell'anno scolastico. All'istituto Majorana di Avezzano è questo l'esito dello sciopero degli scrutini indetto dai Cobas scuola nazionali. E uno striscione fuori la scuola recita: «No ai tagli». L'adesione di coloro che materialmente non hanno scioperato, ma che hanno comunque contribuito alla cosiddetta «cassa di resistenza» con la quale gli scioperanti saranno almeno parzialmente risarciti della trattenuta giornaliera, è stata massiccia.
«L'adesione di docenti e personale Ata va oltre all'appartenenza ai Cobas e alla rete dei precari», sottolinea Giandomenico Petrollini, rappresentante dei Comitati di base, «coinvolgendo anche personale non iscritto o iscritto ad altre organizzazioni sindacali». L'iniziativa si collega a quella in corso in tutte le scuole italiane: nelle prime sette regioni coinvolte nello sciopero fino al 12 giugno, oltre cinquemila sono stati gli scrutini bloccati. Il 14 e il 15 giugno è stato il turno delle altre Regioni e le prime stime parlano di ventimila scrutini bloccati in Italia.
«Va dato il segnale che la scuola», afferma Petrollini, «di fronte ai tagli degli organici che trasformeranno in disoccupati i precari e al massacro della manovra finanziaria agli stipendi, con il blocco del contratto e soprattutto degli scatti di anzianità, non è affatto pacificata». Per i Cobas, nel prossimo anno scolastico spariranno 26mila posti di lavoro tra i docenti e circa 15mila tra gli Ata, con una espulsione di massa dei precari. (p.g.)
«L'adesione di docenti e personale Ata va oltre all'appartenenza ai Cobas e alla rete dei precari», sottolinea Giandomenico Petrollini, rappresentante dei Comitati di base, «coinvolgendo anche personale non iscritto o iscritto ad altre organizzazioni sindacali». L'iniziativa si collega a quella in corso in tutte le scuole italiane: nelle prime sette regioni coinvolte nello sciopero fino al 12 giugno, oltre cinquemila sono stati gli scrutini bloccati. Il 14 e il 15 giugno è stato il turno delle altre Regioni e le prime stime parlano di ventimila scrutini bloccati in Italia.
«Va dato il segnale che la scuola», afferma Petrollini, «di fronte ai tagli degli organici che trasformeranno in disoccupati i precari e al massacro della manovra finanziaria agli stipendi, con il blocco del contratto e soprattutto degli scatti di anzianità, non è affatto pacificata». Per i Cobas, nel prossimo anno scolastico spariranno 26mila posti di lavoro tra i docenti e circa 15mila tra gli Ata, con una espulsione di massa dei precari. (p.g.)
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