Lavori nelle scuole, l’ira di Bertolaso
«Le ditte private devono rispettare i tempi, noi non siamo ricattabili».
L’AQUILA. Rassicura la comunità dopo le ultime scosse e bacchetta i privati che non rispettano i tempi di consegna delle scuole: il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, garantisce di persona che il cronoprogramma sarà rispettato, nonostante gli ostacoli e le difficoltà del momento. «L’unica questione che avrà qualche ritardo», annuncia, «sarà il programma di chiusura delle tendopoli perché ovviamente chi dovesse avere dei timori a lasciarle per entrare in una casa non antisismica, negli alberghi o in altre situazioni, potrebbe essere giustificato». L’inaugurazione della nuova area amministrativa della Provincia in località Verdeacqua diventa il pretesto per ribadire che tutti gli impegni presi verranno portati a termine. «Anche dal punto di vista psicologico», commenta Bertolaso, «la riapertura delle scuole e oggi degli uffici aiuta molto, e spero anche nella prossima riapertura degli esercizi commerciali.
Tutti segnali che stanno a significare il fatto che comunque la vita riprende e si ricomincia nonostante i problemi». La vita che va avanti, nonostante la paura di altri colpi al cuore come quello di giovedì pomeriggio. «Questa scossa di 4.1», spiega, «ci ha ricordato che siamo in una terra in cui si possono verificare fenomeni di questo tipo, non dobbiamo lasciarci condizionare». Una convinzione che fa leva sul lavoro svolto dai vigili del fuoco, dalla comunità scientifica e da tutte le strutture tecniche della Protezione civile. «Il loro intervento», ribadisce Bertolaso, «ci consente di dire che laddove la struttura è sicura si può rientrare. Si diceva che molte persone avrebbero dormito in macchina. Ma nella scuola della Guardia di Finanza, dove ospitiamo già 350 nuclei familiari tutti hanno dormito nelle loro stanze». Un discorso analogo, Bertolaso lo fa per le scuole. «Insegnanti e alunni sono nelle loro classi, è la dimostrazione di fiducia della comunità nei confronti di un sistema in grado di stabilire con esattezza quali sono gli edifici sicuri in cui si può rientrare, isolando tutti gli altri».
A proposito di scuole, a preoccupare la Protezione civile non è tanto l’affluenza, quanto i tempi di consegna dei Musp (Moduli ad uso scolastico provvisorio). Alcuni cantieri sono in ritardo e di questo non ne fa mistero, anzi punta il dito contro «alcune aziende private, abituate ad avere un comportamento con le istituzioni che non è quello che devono avere con noi. In certe realtà sappiamo benissimo che lo Stato è ricattabile da parte del privato, specie quando si tratta di appalti pubblici. Con noi questo non può accadere: noi non siamo ricattabili». Da qui un aut aut: «se non rispettano i tempi di consegna verranno mandati a casa». Nel ribadire che le case sfitte da requisire individuate sono 1.600, Bertolaso si sofferma, infine, sulle graduatorie del Progetto Case. «Si è un po’ enfatizzato sugli elenchi e le graduatorie. Di fatto, al momento stiamo convocando 250 famiglie per la verifica dei requisiti di ammissibilità. Ogni giorno registriamo dalle 20 alle 30 rinunce spontanee: segno che evidentemente qualcuno, in fase di rilevazione del fabbisogno abitativo, ha fatto il furbo».
Tutti segnali che stanno a significare il fatto che comunque la vita riprende e si ricomincia nonostante i problemi». La vita che va avanti, nonostante la paura di altri colpi al cuore come quello di giovedì pomeriggio. «Questa scossa di 4.1», spiega, «ci ha ricordato che siamo in una terra in cui si possono verificare fenomeni di questo tipo, non dobbiamo lasciarci condizionare». Una convinzione che fa leva sul lavoro svolto dai vigili del fuoco, dalla comunità scientifica e da tutte le strutture tecniche della Protezione civile. «Il loro intervento», ribadisce Bertolaso, «ci consente di dire che laddove la struttura è sicura si può rientrare. Si diceva che molte persone avrebbero dormito in macchina. Ma nella scuola della Guardia di Finanza, dove ospitiamo già 350 nuclei familiari tutti hanno dormito nelle loro stanze». Un discorso analogo, Bertolaso lo fa per le scuole. «Insegnanti e alunni sono nelle loro classi, è la dimostrazione di fiducia della comunità nei confronti di un sistema in grado di stabilire con esattezza quali sono gli edifici sicuri in cui si può rientrare, isolando tutti gli altri».
A proposito di scuole, a preoccupare la Protezione civile non è tanto l’affluenza, quanto i tempi di consegna dei Musp (Moduli ad uso scolastico provvisorio). Alcuni cantieri sono in ritardo e di questo non ne fa mistero, anzi punta il dito contro «alcune aziende private, abituate ad avere un comportamento con le istituzioni che non è quello che devono avere con noi. In certe realtà sappiamo benissimo che lo Stato è ricattabile da parte del privato, specie quando si tratta di appalti pubblici. Con noi questo non può accadere: noi non siamo ricattabili». Da qui un aut aut: «se non rispettano i tempi di consegna verranno mandati a casa». Nel ribadire che le case sfitte da requisire individuate sono 1.600, Bertolaso si sofferma, infine, sulle graduatorie del Progetto Case. «Si è un po’ enfatizzato sugli elenchi e le graduatorie. Di fatto, al momento stiamo convocando 250 famiglie per la verifica dei requisiti di ammissibilità. Ogni giorno registriamo dalle 20 alle 30 rinunce spontanee: segno che evidentemente qualcuno, in fase di rilevazione del fabbisogno abitativo, ha fatto il furbo».