Marsica: uccidono un cervo, 15 cacciatori di frodo nei guai 

CAPISTRELLO. Quando gli uomini dei carabinieri forestali sono arrivati, li hanno trovati intenti a fare a pezzi la selvaggina appena cacciata, nella casa di uno dei bracconieri. In particolare un cervo, specie protetta, che era stato già scuoiato. Poi la carne, con ogni probabilità, l’avrebbero divisa.
Così quindici cacciatori di frodo sono stati denunciati: avevano catturato e ucciso una preda durante un periodo vietato e, come aggravante, una specie protetta, quale il cervo. È stato necessario anche l'intervento della Asl di Avezzano, Sulmona, L'Aquila che ha eseguito gli accertamenti sull’animale. Non è chiaro se alla base del blitz dei carabinieri forestali ci sia stata una soffiata; certo è che i cacciatori di frodo sono stati colti con le mani nel sacco.
Il cervo, secondo una prima ricostruzione, è stato cacciato nella notte tra sabato e domenica nella zona dei Piani Palentini. Subito dopo l'abbattimento, il gruppo marsicano ha deciso di fare a pezzi l’animale, probabilmente per passare alla congelazione oppure alla spartizione. Non si aspettavano però l'arrivo dei forestali, che hanno accertato l'avvenuto bracconaggio. I quindici cacciatori, infatti, sono stati trovati con il corpo del reato e quindi si potrebbe configurare la flagranza. I medici del Servizio veterinario di Sanità animale della Asl, hanno sequestrato la carne, che sarà mandata al macero, mentre la testa del cervo sarà conservata per le indagini. Si stanno raccogliendo prove e indizi e nelle prossime ore i carabinieri forestali presenteranno un fascicolo alla Procura di Avezzano. Le persone coinvolte rischiano sul piano penale e anche pesanti sanzioni previste dal Codice per delitti di uccisione e maltrattamento di animali, e per il reato di bracconaggio, che prevedono fino a due anni di reclusione. Oltre che dal servizio veterinario Asl, sequestri sono stati eseguiti  da parte dei carabinieri forestali.
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