Mobili distrutti, asse Mancini-salviniani
I consiglieri chiedono la riapertura dei termini per le integrazioni delle richieste di danni post-sisma
L’AQUILA. Un avviso pubblico di scadenza nascosto tra le pieghe del sito del Comune, dove è stato pubblicato in modo «per nulla visibile» ai cittadini che hanno consegnato la domanda di rimborso per i mobili danneggiati dal terremoto. E così, almeno 720 persone che hanno fatto richiesta entro i termini previsti per legge del febbraio 2010 per essere rimborsati dei danni che il terremoto ha provocato ai loro mobili ed elettrodomestici, probabilmente non riceveranno mai questi soldi. L’ufficio per i rimborsi ha analizzato centinaia di pratiche evidenziando per moltissime di esse una serie di carenze documentali che i cittadini devono completare. Vengono richiesti atti notori, elenchi dei mobili con dimostrazione del danneggiamento tramite un servizio fotografico, bollette dal gennaio all’aprile 2009 per attestare la reale residenza nell'abitazione dichiarata come principale e così via. Il problema è che questo avviso non lo ha letto nessuno; e dato che scade domani, i 5 milioni necessari per liquidare i rimborsi resteranno nelle casse del Comune. Una volontà precisa di non liquidare? Una cattiva gestione della cosa pubblica? Scarsa trasparenza?
Forse un po’ tutte queste cose messe insieme, secondo i consiglieri di centrodestra, con Emanuele Imprudente e Luigi D’Eramo di “Noi con Salvini” che parlano di «amministrazione attenta soltanto a fare inaugurazioni». Con chiaro riferimento all’avvio del cantiere di Palazzo Margherita avvenuta lunedì.
Sono 953 le domande di rimborso per i mobili danneggiati presentate, delle quali soltanto 105 liquidate. Circa 720 sono in attesa di integrazione e 113 ancora da istruire. Dopo anni di immobilismo, questa è la denuncia, ora il Comune stabilisce un termine «perentorio» per consegnare le integrazioni, «stabilito con una determina dirigenziale che le persone non conoscono e pubblicata soltanto sul sito del Comune», precisa il consigliere Angelo Mancini (L’Aquila Oggi), che ricorda come «molte persone vogliono barattare questi rimborsi con il pagamento delle utenze arretrate del Progetto Case». Venerdì scorso soltanto 20 persone avevano consegnato la domanda di integrazione. Le opposizioni chiedono che «il termine perentorio venga cancellato e vengano riaperti i termini dell’avviso per non escludere dal rimborso la maggioranza di coloro che ne hanno diritto» e, quindi, di contattare le famiglie direttamente. (m.g.)
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