Mobilità, la Coop ci ripensa
Cassa integrazione a rotazione per i 90 lavoratori.
L’AQUILA. La Coop sospende la procedura di mobilità per i 90 lavoratori aquilani. Il personale usufruirà di 2 mesi di cassa integrazione a rotazione. Ma l’azienda insiste: il Comune deve dare una risposta sulla richiesta di realizzare un nuovo iper in località Sant’Antonio. L’accordo fatto dal tavolo sindacale nazionale. Al termine della riunione il messaggio lanciato dal presidente di Coop Centro Italia, Giorgio Raggi, è stato chiaro: «La sottoscrizione di un comune impegno con i sindacati nazionali per la realizzazione di un nostro supermercato in località Sant’Antonio e per sollecitare una risposta in sede istituzionale alle nostre istanze rappresenta, credo, un reciproco senso di responsabilità delle parti nei confronti della città dell’Aquila. Testimonianza altresì del fatto che Coop vuole rimanere all’Aquila, per investire salvaguardando e sviluppando l’occupazione. Perciò», ha sottolienato Raggi, «ci è parso doveroso non attivare le procedure di mobilità: questo nuovo fatto può e intende rasserenare gli animi.
Torniamo, però, a chiedere che si possa avere una risposta formale: essa peraltro consoliderebbe una certezza del diritto nel far valere le ragioni di ciascuno». Fin qui la Coop, che sospende sì per 60 giorni la procedura di mobilità per i 90 dipendenti dei tre punti vendita (Campo di Pile, Pettino e Torrione), ma torna a sollecitare le istituzioni locali. Con l’avallo delle organizzazione sindacali nazionali, che - come si legge nel verbale dell’incontro - intendono «salvaguardare l’occupazione e tutelare anche gli interessi dei 25 mila soci Coop presenti in città e condividono la richiesta per il nuovo ipermercato a Sant’Antonio». Le parti, infine, chiedono «che venga convocata, da parte della Protezione civile, la conferenza dei servizi, affinché nella dovuta sede istituzionale si dia risposta alle istanze formalmente presentate dalla cooperativa».
La vicenda Coop è esplosa dopo il sisma del 6 aprile: due supermercati, a Pile e Pettino, sono risultati inagibili. Quello del Torrione è stato chiuso per ristrutturazione. L’azienda ha chiesto al Comune di poter costruire una nuova struttura, nell’area di 10mila quadrati già acquistata. Il sindaco Cialente ha consigliato invece di riparare i due punti vendita danneggiati, essendo l’area in questione a destinazione socio-sanitaria. La Protezione civile ha poi espropriato l’area, destinata al progetto Case. E la Coop - sottolineando come nella stessa zona insista anche un’area, non espropriata, di proprietà del concorrente Conad - ha minacciato inizialmente di lasciare la città e di licenziare tutto il personale, dando però nelle ultime ore un’ulteriore possibilità al dialogo. Nella vicenda è entrata anche la Provincia, che ha manifestato la volontà di convocare un tavolo fra sindacati, proprietà, Comune e Protezione civile, per arrivare ad una soluzione.
Torniamo, però, a chiedere che si possa avere una risposta formale: essa peraltro consoliderebbe una certezza del diritto nel far valere le ragioni di ciascuno». Fin qui la Coop, che sospende sì per 60 giorni la procedura di mobilità per i 90 dipendenti dei tre punti vendita (Campo di Pile, Pettino e Torrione), ma torna a sollecitare le istituzioni locali. Con l’avallo delle organizzazione sindacali nazionali, che - come si legge nel verbale dell’incontro - intendono «salvaguardare l’occupazione e tutelare anche gli interessi dei 25 mila soci Coop presenti in città e condividono la richiesta per il nuovo ipermercato a Sant’Antonio». Le parti, infine, chiedono «che venga convocata, da parte della Protezione civile, la conferenza dei servizi, affinché nella dovuta sede istituzionale si dia risposta alle istanze formalmente presentate dalla cooperativa».
La vicenda Coop è esplosa dopo il sisma del 6 aprile: due supermercati, a Pile e Pettino, sono risultati inagibili. Quello del Torrione è stato chiuso per ristrutturazione. L’azienda ha chiesto al Comune di poter costruire una nuova struttura, nell’area di 10mila quadrati già acquistata. Il sindaco Cialente ha consigliato invece di riparare i due punti vendita danneggiati, essendo l’area in questione a destinazione socio-sanitaria. La Protezione civile ha poi espropriato l’area, destinata al progetto Case. E la Coop - sottolineando come nella stessa zona insista anche un’area, non espropriata, di proprietà del concorrente Conad - ha minacciato inizialmente di lasciare la città e di licenziare tutto il personale, dando però nelle ultime ore un’ulteriore possibilità al dialogo. Nella vicenda è entrata anche la Provincia, che ha manifestato la volontà di convocare un tavolo fra sindacati, proprietà, Comune e Protezione civile, per arrivare ad una soluzione.