Morì dopo essere stato investito Gli eredi avranno 600mila euro
La Corte d’Appello ha condannato il 79enne alla guida dell’auto e l’assicurazione al risarcimento Ribaltata la sentenza del tribunale che aveva respinto il ricorso della compagna e dei figli di Lastra
SULMONA. «Il conducente non ha fornito la rigorosa prova di aver fatto tutto il possibile per evitare il sinistro, ovvero di aver guidato in modo diligente, tenuto conto delle condizioni di luogo e tempo, che avrebbero consentito di avvisare il pedone e di arrestare prontamente il veicolo o di effettuare una manovra di emergenza volta a schivarlo».
È un passaggio della sentenza della Corte d’Appello dell’Aquila che ha condannato ieri Rodolfo Mascioli, 79enne di Sulmona, a risarcire, assieme alla compagnia assicurativa, 600.000 euro alla famiglia di Guido Lastra, 63enne di Sulmona morto dopo essere stato investito dalla vettura guidata da Mascioli nel dicembre di sette anni fa.
I giudici di secondo grado hanno ribaltato il verdetto emesso dal tribunale di Sulmona che aveva respinto il ricorso presentato da Ester Scarpone, la compagna di Lastra, e dagli eredi, i tre figli Raffaele, Francesco e Alberto . L’incidente stradale risale al 17 dicembre di sette anni fa. Lastra era stato investito in via Lamaccio dalla Fiat Panda, alla cui guida c’era il 79enne.
Il ferito era stato ricoverato nel reparto di Ortopedia dell’ospedale peligno, ma il quadro clinico si era aggravato, tanto che era stato necessario trasferirlo nel reparto di rianimazione del San Salvatore dell’Aquila dove era deceduto una settimana più tardi. I familiari avevano presentato una denuncia, finita sul tavolo della Procura, che a sua volta aveva disposto l’autopsia. Inizialmente si era pensato a un’imperizia medica. Tuttavia il medico legale Ildo Polidoro aveva poi accertato «il nesso causale tra le ferite e l’incidente». Per questo era stato indagato l’automobilista, scagionato in seguito dal gip dal momento che il 79enne guidava entro i limiti di velocità.
Chiuso il filone penale dell’inchiesta, i familiari di Lastra, assistiti dagli avvocati, Armando Valeri e Mario Iacovone, hanno intentato la causa civile, convinti che l’incidente si sarebbe potuto evitare. Secondo i giudici della Corte d’Appello, la causa dell’incidente «deve imputarsi a colpa concorrente e paritaria di entrambi i soggetti e, in particolare, dell’automobilista, quale artefice della situazione di pericolo, che diede, sul piano causale, innesco all’investimento del pedone». La ricostruzione dell’incidente era stata effettuata dagli agenti del commissariato di Sulmona ma il verbale, scrivono i giudici, «deve escludersi che possa fare prova nella parte in cui, esulando dai fatti accertati direttamente o avvenuti in loro presenza, gli agenti riportano apprezzamenti e opinioni frutto di giudizi personali». La Corte d’Appello del capoluogo ha quindi accertato il concorso di colpa nella morte di Guido Lastra e ha condannato Mascioli e l’assicurazione a risarcire 144mila euro alla compagna del 63enne e 121mila euro ciascuno ai tre figli della vittima.
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