Morte in corsia, 4 medici a giudizio
L'accusa è omicidio colposo. Il processo è stato fissato a ottobre
L'AQUILA. Si dovranno attendere sei mesi per l'avvio del processo a carico di quattro medici del San Salvatore accusati di omicidio colposo dopo la morte di un anziano paziente. Il giudice Billi ha fissato il processo al 26 ottobre prossimo. Il processo riguarda la morte di Leucio Giuliani, anziano di Rocca di Mezzo deceduto il 26 aprile del 2007 nel reparto di Chirurgia universitaria dell'ospedale aquilano per «occlusione intestinale».
Una vicenda che vede imputati, per omicidio colposo, quattro medici del reparto che hanno avuto ruoli diversi nella cura del paziente nei giorni in cui fu ricoverato al San Salvatore. I medici coinvolti nella vicenda sono Gianfranco Amicucci, 63 anni dell'Aquila, Vitantonio Mongelli, 41 anni, di Putignano (Bari), Renato Pietroletti, 53 anni, nato a Roma e residente a Rocca di Botte e Mario Schietroma, di 36 anni, residente a Frosinone.
La Procura accusa i quattro medici di «imprudenza, imperizia e violazione delle regole dell'arte medica» in relazione «al trattamento della patologia del paziente, che fu trasferito da un altro reparto con la diagnosi di subocclusione intestinale, dopo essere stato sottoposto a un intervento di colectomia totale».
Accuse naturalmente tutte da dimostrare. Per accertare come sono andati i fatti è stata disposta una perizia, affidata all'anatomopatologo Ildo Polidoro. In un passaggio l'esperto spiega che «è stata omessa una Tac e, quindi, è stata preclusa la possibilità di valutare i reperti diagnostici che avrebbero permesso di prendere decisioni terapeutiche corrette. Una diversa condotta avrebbe consentito di scongiurare l'evento morte», si legge nelle conclusioni.
Ieri mattina il giudice per le indagini preliminari Marco Billi ha fissato il processo al 26 ottobre prossimo, ma su di esso grava l'ombra della prescrizione. Nel corso di una precedente udienza, che si è tenuta il 13 febbraio scorso, infatti, il giudice Roberto Ferrari aveva «retrocesso» il processo all'udienza preliminare a causa del capo d'imputazione ritenuto generico.
Una decisione contestata dagli avvocati di parte civile Giulio Agnelli e Danilo Iannarelli. Il magistrato aveva definito «incompleto» il capo d'imputazione, chiedendo di aggiungere gli orari in cui i quattro medici hanno preso servizio nei due giorni in cui Giuliani è stato ricoverato nel loro reparto. Una richiesta che ha fatto slittare di due mesi, a ieri mattina appunto, l'udienza preliminare. Il capo d'imputazione è stato riscritto e il gup ha disposto il rinvio a giudizio per i quattro medici. Il 26 ottobre, dunque, dovranno presentarsi davanti al giudice. Gli imputati, dal canto loro, vogliono dimostrare l'estraneità ai fatti contestati. Il dibattimento darà la possibilità di chiarire le rispettive posizioni. Tra i difensori degli imputati ci sono gli avvocati Angelo Colagrande e Maria Teresa Di Rocco.
Una vicenda che vede imputati, per omicidio colposo, quattro medici del reparto che hanno avuto ruoli diversi nella cura del paziente nei giorni in cui fu ricoverato al San Salvatore. I medici coinvolti nella vicenda sono Gianfranco Amicucci, 63 anni dell'Aquila, Vitantonio Mongelli, 41 anni, di Putignano (Bari), Renato Pietroletti, 53 anni, nato a Roma e residente a Rocca di Botte e Mario Schietroma, di 36 anni, residente a Frosinone.
La Procura accusa i quattro medici di «imprudenza, imperizia e violazione delle regole dell'arte medica» in relazione «al trattamento della patologia del paziente, che fu trasferito da un altro reparto con la diagnosi di subocclusione intestinale, dopo essere stato sottoposto a un intervento di colectomia totale».
Accuse naturalmente tutte da dimostrare. Per accertare come sono andati i fatti è stata disposta una perizia, affidata all'anatomopatologo Ildo Polidoro. In un passaggio l'esperto spiega che «è stata omessa una Tac e, quindi, è stata preclusa la possibilità di valutare i reperti diagnostici che avrebbero permesso di prendere decisioni terapeutiche corrette. Una diversa condotta avrebbe consentito di scongiurare l'evento morte», si legge nelle conclusioni.
Ieri mattina il giudice per le indagini preliminari Marco Billi ha fissato il processo al 26 ottobre prossimo, ma su di esso grava l'ombra della prescrizione. Nel corso di una precedente udienza, che si è tenuta il 13 febbraio scorso, infatti, il giudice Roberto Ferrari aveva «retrocesso» il processo all'udienza preliminare a causa del capo d'imputazione ritenuto generico.
Una decisione contestata dagli avvocati di parte civile Giulio Agnelli e Danilo Iannarelli. Il magistrato aveva definito «incompleto» il capo d'imputazione, chiedendo di aggiungere gli orari in cui i quattro medici hanno preso servizio nei due giorni in cui Giuliani è stato ricoverato nel loro reparto. Una richiesta che ha fatto slittare di due mesi, a ieri mattina appunto, l'udienza preliminare. Il capo d'imputazione è stato riscritto e il gup ha disposto il rinvio a giudizio per i quattro medici. Il 26 ottobre, dunque, dovranno presentarsi davanti al giudice. Gli imputati, dal canto loro, vogliono dimostrare l'estraneità ai fatti contestati. Il dibattimento darà la possibilità di chiarire le rispettive posizioni. Tra i difensori degli imputati ci sono gli avvocati Angelo Colagrande e Maria Teresa Di Rocco.
© RIPRODUZIONE RISERVATA