Nasce un comitato a difesa della sanità
Lo presiede il chirurgo Martini. Confartigianato: regìa occulta anti-L’Aquila.
L’AQUILA. «Giù le mani dal nostro ospedale». L’allerta di Cialente («Fermate l’Asl unica o ci uccidono e l’ospedale non lo rifacciamo più») ha suscitato reazioni diverse. C’è chi, come il medico Giovanni Farello, attacca «politicanti e portaborse» e prevede un inverno di «vera emergenza sanitaria» e chi, come Angelo Taffo (Confartigianato) parla di «regìa occulta che mira a indebolire una città ferita». «Leggo», scrive il medico Farello, «le affermazioni del sindaco, che seguono di qualche giorno la denuncia della presidente Pezzopane, relative alle condizioni pietose del nostro nosocomio. Invito a rileggere ciò che ebbi modo di manifestare lo scorso 3 maggio: era evidente allora a tutti i lavoratori della sanità pubblica cosa sarebbe accaduto, ma quasi tutti i politicanti con portaborse al seguito hanno fatto finta di nulla. La realtà è più drammatica di ciò che sembra e l’inverno provocherà una vera emergenza sanitaria.
Se da maggio i politicanti, insieme con i loro portaborse, si fossero decisi a intervenire seriamente (come lo si è fatto per il progetto Case), ora ci troveremmo con un ospedale, magari non regionale, ma almeno in grado di garantire un primo livello assistenziale». Tra le altre cose, Farello si disse favorevole a realizzare un ospedale ex novo «considerate le note carenze», affidandosi «alle indicazioni di Gino Strada» e alla «disponibilità dell’Enpam» e attaccò chi aveva pronosticato un ripristino immediato di alcune strutture. «Rabberciare il San Salvatore significherebbe perdere un’occasione importante per dimostrare che il tempo della superficialità, degli appalti truccati, della disonestà intellettuale è finito». Il presidente di Confartigianato Abruzzo Angelo Taffo parla di «operazione subdola e spudorata» commentando «la graduale spoliazione che si sta consumando ai danni di tutta la città».
E promette battaglia: «Qualche giorno fa la Cisl ha lanciato un appello alla mobilitazione di massa per bloccare il progetto di spoliazione del San Salvatore. Come associazione di categoria riceviamo ogni giorno decine di segnalazioni di artigiani che si dicono pronti a prendere parte alla battaglia in favore del nostro ospedale, se la situazione non verrà ripristinata in tempi ragionevoli. È inaccettabile che L’Aquila debba essere sempre depredata delle sue eccellenze. In questo caso si muovano gli amministratori locali e compiano atti concreti: quando la politica vuole, può. S’infittisce la schiera di politici, rappresentanti di categoria e associazioni pronti a scendere in campo contro la decisione della Regione di creare un’Asl unica provinciale.
Un passaggio che andrebbe a indebolire ulteriormente l’ospedale aquilano». Sotto accusa, per Taffo, anche i «ritardi nella ristrutturazione e nell’adeguamento del San Salvatore, in parte gravemente lesionato, e la lentezza nelle procedure di adeguamento dei reparti alle esigenze della cittadinanza». In difesa dell’ospedale è nato anche un «Comitato cittadino per la sanità» presieduto dal professor Ettore Martini, urologo e chirurgo a riposo «dopo 43 anni di ospedale». «Si è perso tempo, si è fatto poco. Intoppi politici hanno bloccato le gare d’appalto. Eppure, i soldi c’erano».
Se da maggio i politicanti, insieme con i loro portaborse, si fossero decisi a intervenire seriamente (come lo si è fatto per il progetto Case), ora ci troveremmo con un ospedale, magari non regionale, ma almeno in grado di garantire un primo livello assistenziale». Tra le altre cose, Farello si disse favorevole a realizzare un ospedale ex novo «considerate le note carenze», affidandosi «alle indicazioni di Gino Strada» e alla «disponibilità dell’Enpam» e attaccò chi aveva pronosticato un ripristino immediato di alcune strutture. «Rabberciare il San Salvatore significherebbe perdere un’occasione importante per dimostrare che il tempo della superficialità, degli appalti truccati, della disonestà intellettuale è finito». Il presidente di Confartigianato Abruzzo Angelo Taffo parla di «operazione subdola e spudorata» commentando «la graduale spoliazione che si sta consumando ai danni di tutta la città».
E promette battaglia: «Qualche giorno fa la Cisl ha lanciato un appello alla mobilitazione di massa per bloccare il progetto di spoliazione del San Salvatore. Come associazione di categoria riceviamo ogni giorno decine di segnalazioni di artigiani che si dicono pronti a prendere parte alla battaglia in favore del nostro ospedale, se la situazione non verrà ripristinata in tempi ragionevoli. È inaccettabile che L’Aquila debba essere sempre depredata delle sue eccellenze. In questo caso si muovano gli amministratori locali e compiano atti concreti: quando la politica vuole, può. S’infittisce la schiera di politici, rappresentanti di categoria e associazioni pronti a scendere in campo contro la decisione della Regione di creare un’Asl unica provinciale.
Un passaggio che andrebbe a indebolire ulteriormente l’ospedale aquilano». Sotto accusa, per Taffo, anche i «ritardi nella ristrutturazione e nell’adeguamento del San Salvatore, in parte gravemente lesionato, e la lentezza nelle procedure di adeguamento dei reparti alle esigenze della cittadinanza». In difesa dell’ospedale è nato anche un «Comitato cittadino per la sanità» presieduto dal professor Ettore Martini, urologo e chirurgo a riposo «dopo 43 anni di ospedale». «Si è perso tempo, si è fatto poco. Intoppi politici hanno bloccato le gare d’appalto. Eppure, i soldi c’erano».