Pacentro, a scuola sotto un cielo stellato
Presentato il progetto partecipato del nuovo edificio elaborato anche da bambini e genitori
PACENTRO. Un soffitto che diventa un cielo stellato di notte e un manto di neve in estate. È la nuova scuola di Pacentro: il risultato di una collaborazione che ha coinvolto tutto il paese in un innovativo laboratorio di progettazione partecipata avviato lo scorso anno. La presentazione, ieri mattina, nel convento dei frati minori del paese. Una cerimonia d’eccezione per un progetto pilota tra i primi d’Italia, a cui hanno partecipato, oltre al sindaco Guido Angelilli, l’architetto Mario Cucinella mente del progetto, il presidente della Regione Luciano D’Alfonso, Tiziano Blaso responsabile nazionale dei progetti di ActionAid, Paolo Esposito coordinatore dell’Usrc e l’assessore regionale Andrea Gerosolimo. Il progetto, infatti, è la sintesi della collaborazione di queste strutture con la presidenza del Consiglio dei ministri, l’Unire, l’Istituto di ricerca didattica del Miur e, naturalmente, la popolazione. Il nuovo edificio scolastico sarà realizzato nella zona Aia Mosca, così come deciso dai residenti che hanno risposto al questionario consegnato dal Comune di Pacentro e ActionAid. A disposizione ci sono circa 600mila euro che per il sindaco Angelilli non sono, però, sufficienti per portare a termine il progetto. Il primo cittadino pensa di reperire i fondi mancanti attraverso il ricorso ai residenti all’estero e alla Regione. La nuova scuola, che ospiterà circa 80 alunni, sarà pronta per settembre del prossimo anno. Sarà a forma di cerchio con all’interno una piazza, un orto didattico e una biblioteca, perché l’edificio sarà un punto di riferimento per la popolazione e non soltanto una scuola. Pareti mobili per ingrandire o rimpicciolire gli spazi in base alle esigenze e al numero degli studenti, attenzione all’ambiente e un occhio di riguardo sulle energie rinnovabili: saranno utilizzati gli scarti di bosco per alimentare il riscaldamento della scuola. «La novità», afferma Cucinella, «è nel percorso di progetto fatto con la comunità perché l’edificio sarà disponibile per tutti. In Italia siamo da sempre abituati a fare le cose bene. Bisogna solo ritrovare questo spirito perché le cose fatte bene lasciano un’eredità e in questa esperienza coi bambini ci siamo anche divertiti. Bambini che si riconosceranno in questa nuova scuola, perché anche loro hanno contribuito a realizzarla».
Claudio Lattanzio
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