«Paesi del Fucino da tutelare»
La Marsica Uno chiede l’istituzione di un Centro operativo misto. In Valle Roveto 250 posti letto per ospitare gli sfollati del sisma. Chiese danneggiate a Cappadocia
AVEZZANO. Un Centro operativo misto (Com) marsicano. È la richiesta contenuta in una delibera che la Comunità montana Marsica Uno presenterà al capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, per verificare la stima dei danni ed evitare l’isolamento dei 36 Comuni del comprensorio. L’iniziativa è sostenuta anche dalle altre due Comunità montane Valle Roveto e Valle del Giovenco e dal Comune di Avezzano. «Con umiltà e con senso di responsabilità», dichiara il presidente della Marsica Uno, Italo Taccone, «chiedo che il nostro territorio venga salvaguardato».
La sede della Marsica Uno è a disposizione per ospitare la sede del Centro operativo. Nella richiesta a Bertolaso si chiede anche di valutare il danno alle strade di collegamento provocato dalle frane. «Inoltre», sottolinea Italo Taccone, «il rifugio dei cani nella struttura di Sante Marie è a disposizione per ospitare gli animali rimasti senza un padrone dopo il terremoto. A Collelongo abbiamo un ostello della gioventù gestito dal Comune che potrebbe essere utile per l’accoglienza degli sfollati». Il presidente della Valle Roveto, Marcello Di Cesare, informa che nel suo territorio sono disponibili 250 posti letto al coperto per ospitare gli sfollati del sisma. «Dai primi sopralluoghi sul territorio», osserva il presidente, «è emerso che ci sono alcuni stabili da valutare con attenzione. Un edificio a Canistro era già inagibile, a San Vincenzo ci sono problemi nella palestra della scuola e nella chiesa di San Rocco». L’assessore comunale di Avezzano, Maurizio Bianchini, condivide l’iniziativa della Comunità montana e spiega che Avezzano lo ha già fatto e sta svolgendo «un’opera di supporto logistico attraverso il Centro smistamento merci. L’istituzione di un Centro operativo marsicano è importantissima». Il sindaco di Cappadocia, Bruno Murzilli, indica le priorità nel suo comune «che sono rappresentate dalle condizioni precarie di due chiese e dalle circa 20 richieste di sopralluogo su abitazioni lesionate». Erano presenti, tra gli altri Idio Falcone, Franco Visione, Aurelio Maurizi ed Edoardo Alonsi.
LO STUDIO SISMICO. Nel 2002 l’amministrazione comunale di Celano, con Taccone sindaco, ottenne il finanziamento dalla Regione Abruzzo di uno studio di microzonazione sismica, realizzato dal Politecnico di Milano, dall’università La Sapienza di Roma e dall’ateneo di Chieti. Dallo studio sono emerse le zone più a rischio a Celano e l’indicazione è stata confermata in pieno dai danni provocati dal terremoto. «Lo studio», spiega Taccone, «dimostra che gli Enti devono muoversi in anticipo, in regime di prevenzione».
NUOVI CONTROLLI. Ad Avezzano e Pescina sono state riscontrate piccole lesioni ma secondo i tecnici sono irrilevanti. Il tribunale ha riaperto regolarmente martedì, dopo la nuova ordinanza del sindaco Antonio Floris, ma il consiglio dell’Ordine degli avvocati ha chiesto di sospendere le udienze per tutta la settimana. Ad Avezzano proseguono i controlli negli edifici privati. Ieri l’Ufficio urbanistica ha ricevuto altre 30 segnalazioni, che si aggiungono alle 175 precedenti. Per motivi precauzionali è stato deciso di chiudere al traffico un tratto di via Benedetto Croce, dove si trova la palazzina di cinque piani dichiarata inagibile e fatta sgomberare. In città transennato anche un altro vecchio palazzo in via Mazzini, all’angolo con piazza della Repubblica, per il pericolo crolli di cornicioni e calcinacci.
La sede della Marsica Uno è a disposizione per ospitare la sede del Centro operativo. Nella richiesta a Bertolaso si chiede anche di valutare il danno alle strade di collegamento provocato dalle frane. «Inoltre», sottolinea Italo Taccone, «il rifugio dei cani nella struttura di Sante Marie è a disposizione per ospitare gli animali rimasti senza un padrone dopo il terremoto. A Collelongo abbiamo un ostello della gioventù gestito dal Comune che potrebbe essere utile per l’accoglienza degli sfollati». Il presidente della Valle Roveto, Marcello Di Cesare, informa che nel suo territorio sono disponibili 250 posti letto al coperto per ospitare gli sfollati del sisma. «Dai primi sopralluoghi sul territorio», osserva il presidente, «è emerso che ci sono alcuni stabili da valutare con attenzione. Un edificio a Canistro era già inagibile, a San Vincenzo ci sono problemi nella palestra della scuola e nella chiesa di San Rocco». L’assessore comunale di Avezzano, Maurizio Bianchini, condivide l’iniziativa della Comunità montana e spiega che Avezzano lo ha già fatto e sta svolgendo «un’opera di supporto logistico attraverso il Centro smistamento merci. L’istituzione di un Centro operativo marsicano è importantissima». Il sindaco di Cappadocia, Bruno Murzilli, indica le priorità nel suo comune «che sono rappresentate dalle condizioni precarie di due chiese e dalle circa 20 richieste di sopralluogo su abitazioni lesionate». Erano presenti, tra gli altri Idio Falcone, Franco Visione, Aurelio Maurizi ed Edoardo Alonsi.
LO STUDIO SISMICO. Nel 2002 l’amministrazione comunale di Celano, con Taccone sindaco, ottenne il finanziamento dalla Regione Abruzzo di uno studio di microzonazione sismica, realizzato dal Politecnico di Milano, dall’università La Sapienza di Roma e dall’ateneo di Chieti. Dallo studio sono emerse le zone più a rischio a Celano e l’indicazione è stata confermata in pieno dai danni provocati dal terremoto. «Lo studio», spiega Taccone, «dimostra che gli Enti devono muoversi in anticipo, in regime di prevenzione».
NUOVI CONTROLLI. Ad Avezzano e Pescina sono state riscontrate piccole lesioni ma secondo i tecnici sono irrilevanti. Il tribunale ha riaperto regolarmente martedì, dopo la nuova ordinanza del sindaco Antonio Floris, ma il consiglio dell’Ordine degli avvocati ha chiesto di sospendere le udienze per tutta la settimana. Ad Avezzano proseguono i controlli negli edifici privati. Ieri l’Ufficio urbanistica ha ricevuto altre 30 segnalazioni, che si aggiungono alle 175 precedenti. Per motivi precauzionali è stato deciso di chiudere al traffico un tratto di via Benedetto Croce, dove si trova la palazzina di cinque piani dichiarata inagibile e fatta sgomberare. In città transennato anche un altro vecchio palazzo in via Mazzini, all’angolo con piazza della Repubblica, per il pericolo crolli di cornicioni e calcinacci.