L’AQUILA

Parlano i genitori di Tommy: «Ucciso dalla superficialità, giustizia fredda, soldi avvelenati»

7 Febbraio 2025

Mamma Alessia e papà Patrizio D’Agostino parlano dopo il patteggiamento della conducente dell’auto: «Il vero risarcimento sarebbe vederlo tornare a casa da scuola, amareggiati da formule avvocatizie»

L’AQUILA. «Nessun risarcimento potrà mai compensare una perdita come quella che abbiamo subito, è denaro avvelenato. Il vero risarcimento sarebbe vedere Tommaso tornare a casa dall’asilo». Mamma Alessia Angelone e papà Patrizio D’Agostino, contattati dal Centro, affidano a una lettera il loro stato d’animo, a quasi tre anni dalla perdita del piccolo Tommaso D’Agostino, di soli quattro anni. Parole dettate dal cuore, le loro, a ventiquattr’ore di distanza dal primo cerchio che si è chiuso sulla tragica vicenda, con il patteggiamento a due anni di reclusione (coi benefici di legge) per Radostina Zhorova Balabanova, la 39enne di origini bulgare che nel primo pomeriggio del 18 maggio 2022 lasciò in sosta la sua Volkswagen Passat in discesa, prima che quest’ultima si sfrenasse finendo addosso a un gruppo di sei bimbi che giocavano nel cortile dell’asilo Primo Maggio. Alcuni di loro rimasero feriti, anche in modo grave. Per Tommaso non ci fu nulla da fare. Poche parole, le loro, intrise di un dolore dignitoso, da riuscire a ovattare anche le arringhe degli avvocati degli altri tre indagati, tutti pronti ora a darsi battaglia a processo, il prossimo aprile, pur di attenuare la posizione dei rispettivi assistiti, accusati a vario titolo di quel disastro rimasto impresso nella memoria collettiva della comunità.

IL DOLORE DI MAMMA E PAPà

«Nessuna sentenza potrà mai fare giustizia per la nostra famiglia. La giustizia è un procedimento freddo, aritmetico, che stabilisce un prezzo e una pena con listini del dolore. Il risultato in tribunale era annunciato ed eravamo preparati», scrivono, in riferimento all’accoglimento della richiesta di patteggiamento avanzata dall’avvocato della 39enne, Francesco Valentini, da parte del giudice per l’udienza preliminare, Guendalina Buccella. «È evidentemente sproporzionato rispetto al danno procurato, ma persino un ergastolo non sarebbe stato compensativo. Nessun commento quindi. Resta l’amarezza di alcune formule avvocatizie e riduzioni giornalistiche che, pur necessarie, girano il coltello nella piaga: “La conducente dell’auto ha contenuto i danni” secondo il suo avvocato, ma i danni procurati sono irreparabili e da parte sua non abbiamo sentito neppure una parola. Buon per lei e per i suoi bambini che abbia ottenuto una pena minima; non le auguriamo alcun male, ma ci auguriamo che in futuro adotti maggiori precauzioni perché Tommaso è stato ucciso dalla superficialità. È stato detto che poteva capitare a tutti, ma non siamo d’accordo. Quanti di noi entrerebbero con l’auto nel cortile di una scuola, parcheggerebbero in discesa di fronte a un cortile con bambini, senza inserire il freno a mano, senza neppure sterzare le ruote e lasciando un minore in auto? Molte tragedie avvengono non per cattiveria intenzionale ma per superficialità e negligenza. Ma non vogliamo sprecare il nostro tempo nel rancore. Andremo avanti con un dolore inguaribile e con due gioielli che la vita fortunatamente ci ha regalato dopo Tommaso».

IL RISARCIMENTO

Sulla vicenda pende ora una richiesta di risarcimento danni da 2 milioni presentata dall’avvocato di parte civile, Tommaso Colella. Soldi, per i quali sono stati chiamati in causa il Comune dell’Aquila (proprietario dell’asilo a Pile), il ministero dell’Istruzione e l’assicurazione dell’auto, oltre agli stessi imputati: la dirigente scolastica Monia Lai; Bruno Martini, responsabile del servizio di prevenzione dell’istituto comprensivo Mazzini, di cui l’asilo fa parte; e Antonello Giampaolini, responsabile del settore edilizia scolastica del Comune dell’Aquila nonché direttore dei lavori nell’appalto del complesso scolastico. Anche se, come sottolineato dagli stessi genitori del piccolo Tommy, l’unico risarcimento per loro accettabile è quello impossibile.

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