Ponte “Nascuci”, area ripulita dai volontari

SCOPPITO. Volontari “armati” di rastrelli, cesoie e altri utensili dal giardino di nuovo sul campo per ripulire l’area antistante l’antico ponte romano sulla via Cecilia, nei pressi della vecchia...
SCOPPITO. Volontari “armati” di rastrelli, cesoie e altri utensili dal giardino di nuovo sul campo per ripulire l’area antistante l’antico ponte romano sulla via Cecilia, nei pressi della vecchia fornace a Madonna della Strada. “Ponte Nascuci”, nome in dialetto che sta per “ponte nascosto”, è di epoca romana, ha circa a 2.000 anni di età e si trova in una zona non molto distante da dove furono rinvenuti i resti del Mammuth conservati nel Forte Spagnolo. Il ponte affianca la statale 17 che dall’Aquila conduce a Rieti ed è parte della vecchia strada di collegamento con Antrodoco. «Cavalca un fosso di acque di scolo a circa 800 metri dalla ferrovia e giace veramente quasi nascosto nel fondo di una valletta, tra due poggi che ricongiunge», lo descriveva così Niccolò Persichetti nel 1893, nei suoi studi per individuare il tracciato delle antiche vie consolari romane che si intrecciavano in queste zone: la via Cecilia, diramazione della via Salaria per raggiungere la costa Adriatica, la via Poplica Campana, da Amiternum ad Alba Fucens e la via Litina che proseguiva verso l’Alta Valle dell’Aterno.
Al lavoro per ripulire l’antico ponte, Gennaro Marrone e una squadra di volontari tra cui l’ex primo cittadino di Scoppito Dante De Nuntiis. Con loro, tra gli altri, anche Francesco Angelone e Lorenzo Ciancarella.
«Basterebbe davvero poco per rendere il sito archeologico pienamente fruibile», ha ripetuto Marrone. «Nonostante l’abbandono, il ponte versa, tutto sommato, in discrete condizioni».
Proprio durante il mandato De Nuntiis, nei primi anni del Duemila, furono stanziati circa 45mila euro per un primo intervento. «Le potenzialità turistiche di questa zona sono innegabili», ha spiegato l’ex sindaco. «Ad Antrodoco, per una struttura simile, ma molto più piccola, hanno avviato una campagna di consapevolezza e comunicazione importante. Ora sta a noi portare avanti le indicazioni progettuali per il recupero della struttura e la riqualificazione dell’intera area».
Da questo gruppo di volontari nascerà anche un’associazione onlus. (fab.i.)
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