«Scavi a cielo aperto» esposto in Procura
Viale della Croce Rossa, la protesta dei residenti per i lavori contestati «In passato una simile iniziativa fu bloccata revocando la concessione edilizia»
L’AQUILA. Un doppio esposto per chiarire la legittimità di una cava a cielo aperto che è stata fatta all’altezza dello stadio comunale in viale della Croce Rossa.
«Esiste uno scavo», si legge in una nota di alcuni residenti firmatari degli esposti, «nel centro dell’Aquila ma nessuno se ne è accorto, neanche al Comune che dopo il disastroso terremoto ora dovrebbe vigilare più di prima ma pare dormire. Un sonno lungo dieci anni che risale al 2005 quando una società tentò una speculazione edilizia in zona Croce Rossa a ridosso di altre case e tentò di costruire dove non si poteva ma solo dopo una circostanziata relazione e varie rimostranze le venne giustamente revocata la concessione edilizia».
«Si sperava che la cosa fosse finita qui», prosegue la nota, «ma siccome le cattive abitudini non le fermano nemmeno i terremoti, ecco che la società costruttrice torna alla carica nel 2012 stavolta con una Dia e, approfittando del dopo terremoto e del silenzio dell’amministrazione comunale, ha, in spregio all’annullamento sancito nel 2005, continuato gli scavi di sbancamento creando una cava a cielo aperto. La stessa amministrazione, sollecitata a far rispettare la legge, ha dato risposte evasive». «Anche la stessa magistratura», si legge ancora nel documento, «non si accorge che certi comportamenti lasciano a desiderare sotto il profilo della correttezza».
Comunque i residenti hanno presentato esposti a Comune e Procura della Repubblica proprio per capire se le loro contestazioni poggiano o meno su solide basi. Al momento non ci sono risposte.
(g.g.)
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