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12 aprile

12 Aprile 2025

Oggi, ma nel 1944, da Napoli, il corrispondente dell’agenzia giornalistica britannica “Reuters” David Brown anticipava l’intenzione del sovrano sabaudo Vittorio Emanuele III di abdicare lasciando il trono al figlio, il futuro Umberto II, in quel momento principe di Piemonte che dal 5 giugno successivo sarà luogotenente generale del regno d’Italia, che avverrà in concomitanza con l’ingresso degli alleati anglo-americani a Roma, che si consumerà appunto tra il 4 e il 5 giugno di quel ‘44. L’atto formale si completerà poi il 9 maggio 1946, a Napoli, a Villa Rosebery, dal 1934 ribattezzata Villa Maria Pia.

Con la rinuncia anche al titolo di re e acquisendo nuovamente quello di conte di Pollenzo, dalla frazione nel territorio comunale di Brà, in provincia di Cuneo, possedimento savoiardo settecentesco caro all’avo Carlo Alberto. Il passaggio verrà formulato alla presenza del notaio partenopeo Nicola Angrisano invece di coinvolgere, come sarebbe stato necessario secondo la normativa vigente, il presidente del Consiglio dei ministri e primo ministro segretario di Stato del regno in carica, il democristiano Alcide De Gasperi.

Contestualmente insieme alla consorte, che tornerà al rango pre-matrimoniale di principessa Elena di Montenegro, “Il re fascista” (nella foto, particolare, immortalato sotto la tenda governativa e col casco coloniale in mano e le effigi da imperatore insieme al gerarca Italo Balbo, governatore della Libia, in occasione della visita nel villaggio rurale di Beda Littoria, in Cirenaica, il 3 maggio 1938), come verrà etichettato dal quotidiano del Partito socialista “l’Avanti” nell’edizione del 10 maggio ’46, s’imbarcherà sull’incrociatore leggero della regia Marina militare intitolato alla memoria del Duca degli Abruzzi, il principe esploratore Luigi Amedeo di Savoia, alla volta di Villa Jela, la residenza concessa in comodato d’uso da Farouk I, decimo erede sul trono di Mehmet Alì Pascià, ad Alessandria d’Egitto, che ricambierà in tal modo l’appoggio fornito da Casa Savoia al nonno Isma’il il magnifico, dal 1879 al 1885, quando era ad Ercolano alla Villa della Favorita.