Seconde case, Chiodi vuole i dati degli immobili non finanziati
Ultimatum ai sindaci: entro il 6 agosto i numeri esatti dei costi da sostenere per la riparazione Il ministro Barca su Twitter: anche le rondini sanno che restano fuori gli edifici con unico proprietario
L’AQUILA. L’ironia del ministro Barca su Twitter, l’ultimatum di Chiodi ai sindaci, le spiegazioni del parlamentare Lolli. L’argomento dei soldi per le seconde case, che al momento non sono previsti per tutti gli edifici indistintamente, continua a tenere banco. Di buon mattino il ministro Fabrizio Barca, appena letti i giornali, risponde al Centro via Twitter «...seconde case di edificio con unico proprietario (quelle al momento escluse dai finanziamenti, ndr). Le altre, lo sanno anche le rondini, sono coperti (testuale, ndr)». Non è la prima volta che il rappresentante del governo fa ricorso all’ironia quando affronta temi legati al terremoto.
LOLLI. Sente il dovere di intervenire anche il parlamentare Pd Giovanni Lolli: «Relativamente a quanto detto dal ministro Barca, tengo a precisare, anche avendo parlato di nuovo col ministro, che le cosiddette seconde case inserite nei centri storici di tutto il cratere, se inserite in aggregati anche di sole seconde case, sono sempre rimborsate per le parti comuni e strutturali. Le uniche case nei centri storici (escluso quello dell'Aquila) che rimangono ancora escluse sono le singole abitazioni di non residenti. Su queste il ministro ha ribadito che è in attesa di una quantificazione da parte dei sindaci per fare un’eventuale proposta».
CHIODI. A ruota arriva anche Chiodi. «Per chiedere al governo più soldi e poter recuperare i borghi abruzzesi nella loro totalità, il presidente della Regione e commissario per la ricostruzione ha chiesto ai sindaci dei Comuni del cratere sismico, con la collaborazione dei presidenti delle Province dell’Aquila, Pescara e Teramo, di inviare, entro il 6 agosto, i costi necessari per riconoscere un contributo», si legge nella nota, «per la riparazione e il miglioramento sismico agli interventi su strutture ed elementi architettonici esterni e sulle parti comuni dell’intero edificio (compresi gli oneri di progettazione e assistenza tecnica) delle unità immobiliari diverse dalle abitazioni principali ubicate nei centri storici, compresi gli edifici con unico proprietario. Ulteriore stima dovrà essere fatta per immobili aventi tali caratteristiche ma posti all'esterno dei centri storici purché sottoposti a vincolo. Abbiamo le relazioni statistiche», evidenzia Chiodi, «e se il governo vuole i dati puntuali glieli forniremo. Non solo per quelle dentro i centri storici, ma anche per quelle vincolate poste all’esterno. Il governo poi potrà decidere. Le norme in approvazione consentirebbero, infatti, questa possibilità con esclusivo riferimento al centro storico dell'Aquila. Sapere di quali costi parliamo è necessario», conclude Chiodi, «per sostenere in modo compiuto la richiesta di ulteriori fondi che servirebbero a non perdere il patrimonio dei borghi e di quei palazzi, che pur non essendo nei centri storici, rappresentano comunque un valore incommensurabile».
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