L'AQUILA
Tasse da restituire dopo il sisma, va in scena la protesta / VIDEO
Appeso a una corda, il direttore di Confcommercio Celso Cioni urla al megafono: "Vergogna! La città non merita questa via crucis"
L’AQUILA. Cartello appeso al collo, megafono e un uomo appeso a una corda che si fa calare dal terzo piano di casa sua, una palazzina di località Acquasanta, all’Aquila.
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E’ andata in scena così, questa mattina, la protesta contro le tasse da restituire dopo il sisma del 2009: “124 imprese appese a un filo”. Sono le parole scritte sul cartello con una voce di sottofondo, quella del direttore di Confcommercio Celso Cioni, che urla rabbia e indignazione in rappresentanza di una intera città: "Le aziende devono restituire 28 milioni per la sola colpa di lavorare in questo territorio. Vergogna, follia pura! Gli aquilani non meritano questa via crucis”. L'allarme è altissimo. Sono ore febbrili per le aziende aquilane, che attendono di sapere se dovranno restituire le tasse sospese dopo il sisma del 2009. O se, al contrario, ci sarà ancora tempo per trattare con l'Europa. La bocciatura della proroga, da parte della commissione del Senato, ha provocato reazioni durissime. «Benché arrivata per motivi tecnici», dice il presidente dell'Ance, Adolfo Cicchetti, «getta la nostra categoria in uno stato di profonda preoccupazione. La mancata proroga avrebbe un impatto devastante sul settore, con riverberi sull'indotto indiretto legato alle imprese edili. Chiediamo alle forze politiche un atto di responsabilità».
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