Tesori contesi da Spoleto

Il capoluogo apre i musei al patrimonio aquilano. Decide Bondi. Ieri nuovo sopralluogo della Soprintendenza all’Aurum e al Colonna

PESCARA. Anche i tesori artistici dell’Aquila potrebbero trovare riparo sulla costa, destino comune a migliaia di volti scampati al terremoto. Domani sarà il ministro Sandro Bondi a dire l’ultima parola durante la sua visita a Coppito, ma la decisione è nell’aria: Pescara ha messo a disposizione i suoi musei e le sue strutture più rappresentative per accogliere il patrimonio d’Abruzzo.

La direttrice della Soprintendenza dell’Aquila, Annamaria Reggiani, frena: «Non c’è ancora niente di deciso, giovedì il ministro Bondi sarà a Coppito e risponderà a tutte le vostre domande». Ma ieri un architetto della Soprintendenza è tornato a Pescara per prendere le «misure» a soffitti, pareti, caveau e ingressi delle quattro strutture messe a disposizione dal Comune: Museo Vittoria Colonna, Aurum, ex Tribunale, sede civica della Circoscrizione 1. «Praticamente» conferma il sindaco Camillo D’Angelo «tutti e quattro i siti sono stati schedati e monitorati. Durante il sopralluogo nei nostri locali i tecnici della Soprintendenza hanno misurato le altezze, i metri quadri, controllato i sistemi di sicurezza, chiedendo anche qualche piccolo aggiustamento dove è necessario».

Pescara è pronta, ora la scelta è politica. Sembra che in un primo momento il ministro ai Beni culturali, Bondi, avesse pensato alla città di Spoleto, trovando qualche perplessità nello stesso responsabile della Protezione civile, Guido Bertolaso il quale avrebbe osservato che non era proprio il caso di trasferire i tesori aquilani da una zona sismica a un’altra zona sismica, come quella dell’appennino umbro. Anche la Reggiani sembra orientata alla soluzione pescarese. Per la Soprintendenza sarebbe un bene se i tesori delle pinacoteche, delle chiese e dei musei aquilani restassero in Abruzzo. Domenica di Pasqua il vice sindaco D’Angelo e l’assessore comunale alla Cultura, Paola Marchegiani, sono stati convocati all’Aquila per parlarne. «Poi siamo stati all’Aurum» spiega l’assessore «perché loro avevano la necessità di visitare questo luogo. Hanno bisogno soprattutto di spazi e di luoghi dotati di sistemi di sorveglianza. Siamo stati anche al museo Colonna, dotato di caveau e videocamere. Noi sentiamo l’obbligo di soccorrere il patrimonio di questa regione, la nostra storia. Sappiamo che a decidere sarà Bondi giovedì a Coppito. Sappiamo che il ministro forse aveva idee diverse, in un primo momento si era parlato di Spoleto. La stessa Reggiani, coordinatrice eccezionale, aveva detto no» conferma Paola Marchegiani «perché sostiene che il patrimonio regionale deve restare in Abruzzo. E io aggiungo che una scelta in questa direzione significherà anche lavoro per gli abruzzesi, dai locali pubblici alle maestranze del restauro. Non vedo per quale motivo si debba andare altrove».

La Soprintendenza aquilana non è entrata ancora nei dettagli circa il patrimonio artistico che potrebbe essere trasferito sulla costa. Ma si è fatto cenno a materiale di grande dimensione conservato nelle chiese dell’Aquila, come le “pale” d’altare alte fino a 5 o 6 metri. I locali dell’Aurum, con gli alti soffitti, sarebbero il luogo più adatto in questo caso. E si fa strada un’altra idea: far sì che il prezioso materiale che dovrebbe arrivare dall’Aquila non finisca «imballato in un sottoscala», come precisa ancora l’assessore Marchegiani, ma venga esposto senza disgregare, disperdere». Del resto, non ci sono solo i tesori delle chiese aquilane da salvaguardare. Il personale della Soprintendenza avrebbe fatto riferimento nel sopralluogo a Pescara anche al grande patrimonio artistico conservato nel museo del castello, il Museo Nazionale d’Abruzzo che ha sede nella fortezza spagnola. Realizzata dall’architetto Umberto Chierici tra il 1949 e il 1951, nella struttura all’ingresso dell’Aquila sono confluite nel passato le raccolte del Museo civico e del Museo diocesano che oggi danno vita ad un unico, grande patrimonio rappresentativo dell’evoluzione artistica regionale tra il XII e il XVIII secolo. A questi tesori che vanno dagli oli su tela del 500 alle preziose argenterie dell’arte sacra, si è aggiunta in epoca più recente la collezione di famiglia donata dal marchese Francesco Cappelli di Torano. Oggi il museo ospita diverse sezioni dislocate sui quattro piani della fortezza: dallo scheletro fossile dell’era quaternaria, all’archeologia, all’arte sacra, l’oreficeria e il tessile, la sala del gonfalone, l’arte moderna e contemporanea, la numismatica.