Troppe tasse sulla casa: i consumi non risalgono

Confesercenti e Cescot: «Per l’abitazione si spende il 37% del budget familiare e la mancanza di lavoro, soprattutto tra i giovani, non facilita la ripresa»

SULMONA. La ripresa economica di cui tanto si parla non riguarda il Centro Abruzzo: i dati Istat parlano di un decremento delle piccole e medie imprese del territorio, che rappresentano la gran parte del Pil (Prodotto interno lordo) locale. A fronte di una crescita dell’1,4% nella grande distribuzione, si registra un calo nelle piccole e medie imprese dello 0,3%. Per la Confesercenti e il Cescot sono necessarie politiche ad hoc per invertire la rotta e spingere sui consumi, abbassando la pressione fiscale e i costi del lavoro. «Quello che preoccupa è il dato dell’ultimo decennio, dal 2004 al 2014», incalzano Pietro Leonarduzzi, vicepresidente provinciale Confesercenti, e Angelo Pellegrino, direttore del Cescot. «In questo periodo la spesa media mensile delle famiglie è aumentata solo del 4,5 per cento, poco più di 100 euro mensili, una media che nasconde il forte divario Nord e Sud e tra le famiglie, oltre che dalle componenti di spesa, largamente influenzate dalla crescita sconsiderata della tassazione sugli immobili e sui rifiuti. Infatti, all’abitazione è destinato il 37% del budget familiare, cui gli italiani fanno fronte tagliando le spese per i trasporti, l’abbigliamento, il tempo libero e l’alimentazione, voce diminuita dell’8% in dieci anni».

Non si arresta, dunque, il declino economico del Centro Abruzzo, da qui una serie di proposte per invertire la rotta. «Sono necessari e urgenti un periodo di tregua fiscale e un piano straordinario per il lavoro di stabilizzazione di quello esistente e di nuova occupazione a favore dei giovani, stimolando e finanziando adeguatamente l’autoimprenditorialità e l’accesso al lavoro dipendente», aggiungono Leonarduzzi e Pellegrino. «Per imprimere una svolta occorre rilanciare le politiche dell’occupazione e del lavoro, fornire maggiore serenità al mercato e alle famiglie, dare un senso al coinvolgimento dei ragazzi ai tanti progetti come “garanzia giovani”, “botteghe di mestiere” e altri; finanziare le implementazioni delle competenze dei soggetti che non riescono ad entrare o rientrare nel mercato del lavoro, con politiche mirate da parte della Regione». Nei mesi scorsi Pellegrino e Leonarduzzi hanno inviato alle amministrazioni comunali del territorio la proposta del Patto per le città, uno strumento per il rilancio dei centri urbani. «L’accordo», chiosano i due, «intende valorizzare l’impatto economico che il turismo e la cultura hanno sulle altre attività economiche delle città».

Federica Pantano

©RIPRODUZIONE RISERVATA