Trovati i resti di un cavallo estinto
L’Equus hydruntinus viveva nel Fucino, veniva cacciato insieme ai cervi.
ORTUCCHIO. Cacciatori e raccoglitori che fino a 19.000 mila anni fa hanno abitato stagionalmente l’entroterra del Fucino, dove vivevano cervi, camosci e anche l’Equus hydruntinus (cavallo idruntino), una specie di piccolo equino ormai estinto da anni. Proprio in questa zona - tra i 15.000 e i 18.000 anni fa - c’è stato un devastante terremoto le cui tracce sono ancora visibili. A dare notizia della scoperta (resti fossili del cavallo idruntino finora erano stati rinvenuti solo in Puglia) è ancora una volta la professoressa Margherita Mussi, docente di Ecologia preistorica all’Università la Sapienza di Roma, che dal 1992 conduce campagne di scavo nella zona compresa tra Ortucchio e Lecce nei Marsi.
Quest’anno la sua équipe è composta da dodici esperti del settore: studenti di archeologia, sia del corso di laurea triennale, sia della specialistica, dottorandi e alunni della scuola di specializzazione che hanno scavato per tre settimane nella Marsica e, come ogni anno, hanno portato alla luce una porzione della storia della nostra terra a molti sconosciuta. «Le sequenze stratigrafiche che abbiamo rintracciato sono articolate su più livelli e ci fanno presupporre la presenza di insediamenti stagionali in queste terre già da 19.000 mila anni fa», ha spiegato la professoressa Mussi. «Questo è un aspetto in controtendenza con il resto d’Europa, perché è stato accertato che quelli erano anni molto freddi durante i quali le popolazioni si spostavano verso sud, in cerca di caldo.
Subito dopo il momento di crisi, però, gli uomini risalivano verso nord e nel sito archeologico tra Ortucchio e Lecce nei Marsi questo ritorno si è verificato precocemente, rispetto ad altre zone in cui i primi insediamenti si ritrovano solo dopo diversi anni». Le popolazioni che vivevano nell’area compresa tra la Grotta di Pozzo e la Grotta Continenza erano per lo più cacciatori e raccoglitori che stagionalmente si fermavano per un certo periodo lì. Vivevano per lo più di caccia, cervi, camosci e cavalli idruntini, e di pesca, trote. Grazie a degli studi condotti in collaborazione con l’università inglese di Bradford l’equipe della Mussi è riuscito a scoprire che anche gli animali si spostavano.
«In questa zona c’erano per lo più cervi, camosci e cavalli idruntini, una specie di cavallo ormai estinta», ha continuato la docente della Sapienza. «Grazie agli studi condotti sugli elementi che questi animali incameravano nei loro denti, siamo riusciti a scoprire in quali terreni pascolavano e da qui abbiamo capito che anche loro, come gli uomini, si spostavano». Tra le tante novità emerse da questa campagna di scavo, resa possibile grazie anche alla collaborazione dei Comuni di Ortucchio e di Gioia dei Marsi, ce n’è un’altra attualissima: la presenza delle tracce di un terremoto avvenuto tra i 15.000 e i 18.000 anni fa. «Grazie alla presenza nel sito archeologico dei geologi della Cnr, della Protezione civile e dalla alla dottoressa Rita Melis, geoarcheologa dell’Università degli studi di Cagliari, siamo riusciti a capire che migliaia di anni fa in questa zona ci fu presumibilmente un terremoto molto forte», racconta la professoressa Mussi.
«A portarci sulle tracce di questo evento sismico sono state delle rocce di molti metri cubi, crollate inspiegabilmente a terra. Dopo i dovuti studi è emerso che tali crolli forse erano attribuibili proprio ad un terremoto, di cui però ancora non sappiamo dire altro». Dalla campagna di scavo che la Mussi e la sua équipe composta da quindici archeologi hanno condotto tra Ortucchio e Lecce nei Marsi è emersa anche una curiosità: 9.000 anni fa gli uomini, di stagione in stagione, transitavano nella Marsica e raccoglievano lumache.
Quest’anno la sua équipe è composta da dodici esperti del settore: studenti di archeologia, sia del corso di laurea triennale, sia della specialistica, dottorandi e alunni della scuola di specializzazione che hanno scavato per tre settimane nella Marsica e, come ogni anno, hanno portato alla luce una porzione della storia della nostra terra a molti sconosciuta. «Le sequenze stratigrafiche che abbiamo rintracciato sono articolate su più livelli e ci fanno presupporre la presenza di insediamenti stagionali in queste terre già da 19.000 mila anni fa», ha spiegato la professoressa Mussi. «Questo è un aspetto in controtendenza con il resto d’Europa, perché è stato accertato che quelli erano anni molto freddi durante i quali le popolazioni si spostavano verso sud, in cerca di caldo.
Subito dopo il momento di crisi, però, gli uomini risalivano verso nord e nel sito archeologico tra Ortucchio e Lecce nei Marsi questo ritorno si è verificato precocemente, rispetto ad altre zone in cui i primi insediamenti si ritrovano solo dopo diversi anni». Le popolazioni che vivevano nell’area compresa tra la Grotta di Pozzo e la Grotta Continenza erano per lo più cacciatori e raccoglitori che stagionalmente si fermavano per un certo periodo lì. Vivevano per lo più di caccia, cervi, camosci e cavalli idruntini, e di pesca, trote. Grazie a degli studi condotti in collaborazione con l’università inglese di Bradford l’equipe della Mussi è riuscito a scoprire che anche gli animali si spostavano.
«In questa zona c’erano per lo più cervi, camosci e cavalli idruntini, una specie di cavallo ormai estinta», ha continuato la docente della Sapienza. «Grazie agli studi condotti sugli elementi che questi animali incameravano nei loro denti, siamo riusciti a scoprire in quali terreni pascolavano e da qui abbiamo capito che anche loro, come gli uomini, si spostavano». Tra le tante novità emerse da questa campagna di scavo, resa possibile grazie anche alla collaborazione dei Comuni di Ortucchio e di Gioia dei Marsi, ce n’è un’altra attualissima: la presenza delle tracce di un terremoto avvenuto tra i 15.000 e i 18.000 anni fa. «Grazie alla presenza nel sito archeologico dei geologi della Cnr, della Protezione civile e dalla alla dottoressa Rita Melis, geoarcheologa dell’Università degli studi di Cagliari, siamo riusciti a capire che migliaia di anni fa in questa zona ci fu presumibilmente un terremoto molto forte», racconta la professoressa Mussi.
«A portarci sulle tracce di questo evento sismico sono state delle rocce di molti metri cubi, crollate inspiegabilmente a terra. Dopo i dovuti studi è emerso che tali crolli forse erano attribuibili proprio ad un terremoto, di cui però ancora non sappiamo dire altro». Dalla campagna di scavo che la Mussi e la sua équipe composta da quindici archeologi hanno condotto tra Ortucchio e Lecce nei Marsi è emersa anche una curiosità: 9.000 anni fa gli uomini, di stagione in stagione, transitavano nella Marsica e raccoglievano lumache.