«Tu prenditi mille euro e poi mi dai la mia parte»

1 Novembre 2013

Intercettazioni telefoniche, ecco i dialoghi tra il caporale e le ragazze I suoi rimproveri alle adolescenti quando facevano saltare un appuntamento

SCANNO. Era lui che organizzava gli incontri, stabiliva il compenso delle baby squillo e naturalmente fissava la sua "parte".

«Te l'ho già spiegato: entro un ora sono 250 euro, entro le due 500». Il tariffario delle due liceali fatte prostituire dopo la scuola in un appartamento ai Parioli di Roma viene fuori leggendo le intercettazioni riportate nell'ordinanza di custodia cautelare emessa dalla Procura di Roma nei confronti di Nunzio Pizzacalla, il 34enne di Scanno, accusato di aver fatto prostituire due ragazze minorenni di appena 14 e 15 anni. E poi, una volta che le baby squillo erano completamente nel giro della prostituzione, si raccomanda: «Ogni volta che fai uno mi devi mandare un sms con tempo e soldi». Un tariffario che, esteso anche ad altre donne che si prostituivano, avrebbe previsto spese ben più consistenti per i clienti, arrivando a mille euro per una giornata. Se poi le cose non andavano per il verso giusto, il giovane sottufficiale dell'esercito alzava anche la voce con le due liceali. Anzi, le rimproverava di brutto se le due adolescenti non riuscivano a incontrare tutte le persone con le quali aveva preso appuntamento: «Non so se per te è un gioco, ma oggi ti dovevi fare una persona, ti ha chiamata, ma tu stavi dormendo».

Stando alle registrazioni, le minorenni guadagnavano circa 600 euro al giorno. Le giovani avevano registrato sul cellulare “Cliente Marco 4:30“, “Cliente Antonello 5“, “Cliente Augusto 6", "Cliente Angelo 6:30" e nello scambio di sms comunicavano il pagamento: «400», scrivevano le adolescenti, «Sono troppi», ribatteva Augusto. Nelle conversazioni intercettate l'uomo si preoccupava anche di cercare alberghi per gli incontri. « Non mi piace andare negli alberghi», fu la risposta qualche settimana fa di una delle ragazze. Così, le due compagne di classe di un liceo romano si prostituivano negli ultimi tempi in un appartamento di viale Parioli, che è stato sequestrato. Oltre alle due minorenni, altre donne però avrebbero fatto parte di quel giro di prostituzione messo in piedi da Pizzacalla e dai suoi amici. Ed è con una di queste, che sta per essere identificata dagli inquirenti, che il giovane militare scannese parlò al telefono e stabilì altre tariffe per i clienti. «Ti fai dare mille allora?», chiese nel corso della telefonata con una donna, «ti stanno bene? Va buò, poi mi fai sapere per quella cosa ... te l'ho detto per la mia parte... se è così mi piglio tot, se invece ci esce quella persona...». Per il caporal maggiore degli alpini non c'è solo l'incriminazione per il reato di istigazione alla prostituzione minorile, ma anche l'accusa di detenzione e diffusione di immagini pedopornografiche ed estorsione. In considerazione della gravità della situazione, appena acquisiti gli indizi di colpevolezza a suo carico, la Procura di Roma ha infatti richiesto e ottenuto con urgenza l'adozione di una misura cautelare emessa dal gip Maddalena Cipriani. Nunzio Pizzacalla è rinchiuso nel carcere dell'Aquila dove è stato interrogato dal gip Marco Billi, alla presenza dell'avvocato Emilio Bernardi. Nonostante l'evidenza dei fatti, l'uomo ha tentato di sminuire le sue responsabilità ma poi si è avvalso della facoltà di non rispondere.Dalle indagini dei carabinieri di via in Selci, è emerso che la minorenne era stata adescata tramite un social network da Pizzacalla che l'aveva avviata alla prostituzione, procacciandole clienti e trattenendo una percentuale sui compensi ricevuti per gli incontri mercenari. Intanto è salito a 10 il numero degli indagati, compresi i clienti delle giovani squillo, che potrebbe interessare altre città.

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