Un anno fa la morte del prof Colapietra: un insigne aquilano
Finora un unico momento pubblico per ricordare lo storico Domani messa a San Giuseppe, iniziativa estiva degli amici
L’AQUILA. Un anno fa, il 27 aprile del 2023, moriva a 92 anni Raffaele Colapietra, intellettuale e storico che ha scritto opere fondamentali per la storia del Meridione d’Italia. Colapietra, a suo modo, ha segnato anche le vicende del post-sisma 2009, quando il suo rifiuto di lasciare la casa in via Pescara finì in tv e sulle pagine di tutti i giornali. Va purtroppo annotato che, nell’anno trascorso dalla sua morte, Raffaele Colapietra è stato quasi dimenticato sia dalle istituzioni sia dalle tante associazioni culturali cittadine.
L’unico evento di un certo rilievo nel corso del quale Colapietra è stato ricordato è stato un incontro, a fine novembre 2023, nell’aula magna Alessandro Clementi dell’Università organizzato dalla casa editrice Textus. In quell’occasione ne parlarono Gaetano Quagliariello, ex senatore e storico, il giornalista Antimo Amore, la professoressa Valeria Valeri e il professor Enrico Zimei.
Colapietra non è stato certo dimenticato dalla Deputazione di Storia Patria, ma soprattutto lo ricordano i suoi tanti amici (storici e non) che negli anni hanno avuto con lui un’assidua frequentazione. Nei mesi scorsi, sui social, è stata lanciata la proposta di una casa museo dedicata al professor Colapietra da realizzare dove lo storico è vissuto fino alla morte. “La casa di Raffaele Colapietra”, si leggeva nella proposta, “come luogo di cultura per la comunità dando la possibilità ai cittadini di poter vivere attivamente gli ambienti dove è vissuto e nei quali poter leggere, studiare, esporre eventuali suoi manoscritti, organizzare appuntamenti culturali. L’abitazione dello studioso quindi che diventa casa civica, aperta – in modo rispettoso – a tutte le fasce di età così da conservare e continuare quel rapporto che legava l’uomo alla città. Un modo concreto e costruttivo per rendere viva l’eredità culturale del professor Raffaele Colapietra che tanto ha dato alla crescita intellettuale della nostra comunità”.
Il professore era di casa anche all’Archivio di Stato (l’attuale direttrice Marta Vittorini ha intervistato Colapietra sulla storia dell’Aquila, intervista che è diventata il libro-testamento del professore) e alla Biblioteca “Tommasi” a cui lo storico ha donato la sua ricca biblioteca.
Per la prossima estate, un gruppo di amici del professore sta organizzando la prima edizione di “Ricordando Colapietra, caro amicoo” (luogo e data ancora da fissare) che sarà il racconto di aneddoti più o meno noti sullo studioso e sulla collaborazione che Colapietra non negava mai a nessuno: studenti, storici del villaggio, appassionati di vicende aquilane. Saranno riproposte sue interviste e letti brani delle sue opere. “Caro amicoo” era la frase “standard” con la quale il professore si rivolgeva ai suoi interlocutori. La speranza è che presto anche dalle istituzioni possa arrivare un riconoscimento per un uomo che magari non era simpatico a tutti (anche a causa del fatto che non le mandava certo a dire), ma che indubbiamente è un personaggio che la città non può dimenticare.
Una messa di suffragio sarà celebrata domani alle 12 nella chiesa di San Giuseppe Artigiano in via Sassa.
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