Urbanistica e fondi Assemblea cittadina critica il Comune
L’AQUILA. Un’urbanistica clientelare ed episodica, una disponibilità di fondi limitatissima e incerta; la mancanza di pianificazione su alcune aree della città da riqualificare e «abbandonate a se...
L’AQUILA. Un’urbanistica clientelare ed episodica, una disponibilità di fondi limitatissima e incerta; la mancanza di pianificazione su alcune aree della città da riqualificare e «abbandonate a se stesse»; gli uffici per la ricostruzione in sostanza immobili e le pratiche dei consorzi ferme a poche centinaia. È una critica a tutto campo quella che l’assemblea cittadina muove nei confronti della gestione della ricostruzione della città. Critica che prende le mosse da un’analisi dettagliata eseguita dai tecnici dell’assemblea sullo stato dell’arte della ricostruzione che non godrebbe, secondo l’architetto Antonio Perrotti, della copertura finanziaria necessaria. «Il fabbisogno complessivo per la ricostruzione nel cratere sismico sarà di 12 miliardi», spiega. «A oggi abbiamo una disponibilità per 6 anni di 1,2 miliardi, che saranno del tutto insufficienti per le stesse pratiche giacenti (circa 5mila) che richiedono almeno 1,3 miliardi. Ma se il flusso finanziario sarà l’attuale, di 100 o 200 milioni all’anno, ci vorranno dai 60 ai 120 anni per ricostruire le zone terremotate». Non solo: «Non potrà partire alcun nuovo aggregato anche perché ci troviamo ancora a livello delle schede parametriche, che non vengono ancora esaminate», accusa Perrotti, il quale punta il dito anche contro la «gigantesca macchina istruttoria messa in piedi tra concorsone e proroghe dei "tempi determinati"». «I 300 assunti degli Uffici speciali ai quali si aggiungono i 50 per l’Ufficio speciale per la ricostruzione dell’Aquila, i 60 di Abruzzo Engineering prorogati alla Provincia e gli altri 60 ai Comuni, tutti insieme che cosa faranno?», domanda Perrotti, «saranno solo un costo ordinario insostenibile?». “Sotto l’esame” dell’assemblea cittadina c’è anche «l’estemporaneità ed episodicità» con cui si procede alla riqualificazione di alcune aree, come quella ancora senza soluzione di Colle Macchine, oppure le aree a vincolo decaduto. (m.g.)
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