Viaggio oltre gli sbarramenti

Fossa, Paganica, San Demetrio: le ferite di case e vicoli. «Non sapevamo se restare o fuggire... ma siamo ancora vivi»

L’AQUILA. Francesca Mastropietro ha 27 anni, Viviana Nicolella appena uno in meno. Da un paio di giorni, silenziose eroine aquilane, stanno contribuendo a ricomporre i cadaveri nel mega obitorio allestito a Coppito, all’interno della caserma “Vincenzo Giudice” della scuola ispettori e sovrintendenti della Finanza. Allieve da meno di un mese, il destino le ha chiamate a un compito gravoso. Nicoletta si è vista passare tra le mani anche il corpo senza vita di una zia. Quasi tutti i cadaveri sono straziati, a volte devastati dalle travi e dai massi, si sa di una decapitazione. Lo spettacolo spezza il cuore. E l’odore che appesta l’hangar-obitorio non aiuta di certo a lavorare. Anche per questo bisogna apprezzare il composto dolore dei familiari chiamati a sbrigare le pratiche del riconoscimento della salme, a volte difficilissimo. Nel pomeriggio si verifica anche un episodio che per poco non sfocia in una denuncia penale. Il racconto è breve ma tragicomico: i finanzieri notano un prete aggirarsi tra le bare, gli chiedono i documenti e scoprono che si tratta di un giornalista travestitosi per carpire notizie e immagini. All’obitorio chiaramente hanno accesso solo gli addetti ai lavori, i familiari dei defunti e pochi altri autorizzati. Le salme da oggi vengono trasferite in una fabbrica di carni dotata di celle frigorifere. Operazione indispensabile per evitare la decomposizione dei corpi.

VIAGGIO OLTRE GLI SBARRAMENTI  I quartieri e i gruppi di case gravemente danneggiati dal terremoto del 6 aprile sono transennati e controllati dalle forze dell’ordine. Ma le vie d’accesso sono tante e qualcuna sfugge ai controlli. Di tanto in tanto, ci si infilano i proprietari della case danneggiate, che cercano di portare al sicuro qualcosa, i loro acerrimi rivali, gli sciacalli e almeno un giornalista.

FOSSA  “Noi rappresentiamo un principio di nuovo mondo”. Una scritta che suona come una beffa per un paese brutalizzato dal terremoto. Fossa, arroccata e antica, aveva degli angoli caratteristici. Adesso fanno pensare al set del Signore degli Anelli, film dalle immagini choc sull’eterna lotta tra il Bene e il Male. Lì, adesso sta vincendo il Male. Domani, chissà... Le case squarciate, i tetti sprofondati, gli oggetti di sempre lasciati all’abbandono sembrano prendersi gioco di una targa rimasta integra non si sa bene come: “Qui nacque il Beato Bernardino da Fossa”. Quando tra quei vicoli si festeggerà una nuova nascita, e non sarà necessaria l’etichetta di Beato, parleremo di un gran giorno. L’ultima scritta è un invito all’ottimismo: “Se avanzo, seguitemi”. Il ponte, però, è spezzato in quattro punti.

VILLA SANT’ANGELO  Due volontari annunciano: «Il cimitero è utilizzabile». Non bisogna pensare a una notizia di poco conto. Il dolore è già troppo: si risparmi almeno lo strazio delle bare lasciate in postazioni provvisorie. Chissà dove sarà la bimba che giocava con la bambola ora visibile tra i resti di una casa di via Romana ridotta in briciole. E chissà quando i fedeli potranno tornare a pregare nella chiesa principale, proprio vicino via Romana, che è crollata per un terzo e ha il campanile pronto a crollare. Ai bordi della piazza c’è un piccolo monumento. Sul marmo si legge “Per illuminare queste e le future generazioni”. Illuminare di cosa? Viene in mente solo la parola speranza. Quella che anima Lorenzo e Giovanni Coletti, fratelli proprietari di un’abitazione che fuori sembra poco rovinata e dentro fa scappare da piangere.

ONNA  Il quadretto con l’immagine della Madonna c’è ancora. Tetto, pareti e scalinata no. Briciole. Sono ridotti in briciole. Forse di questo parla, poco più in là, l’onorevole Antonio Di Pietro. Dentro un mezzo della Misericordia di Alanno, invece, tira un po’ il fiato Daniela Toppi, una volontaria. «Ci siamo occupati soprattutto dei bimbi. Qualcuno è molto spaventato. Altri non hanno capito bene l’accaduto. Una mi ha detto: “Sai, vado al mare”. Probabilmente si riferiva a un albergo della costa riservato agli sfollati”. La Misericordia di Alanno ha tre persone a Onna e quattro a Bazzano». Trascorre un minuto e un soffio di vento trasporta un odore nauseabondo. Qualcuno dice la sua e, forse, ci prende: “Qui sotto ci sono altri cadaveri”.

PAGANICA  Doveva essere l’orgoglio del proprietario la Lancia che affiora per metà sotto un cumulo di macigni in via D’Arco dei gradini. Avrà pianto per quel disastro, se il terremoto non gli avrà dato motivi più gravi per farlo. Vicino la casa dei bonsai (qualcuno è ancora in bella mostra) ci sono delle abitazioni integre all’esterno e completamente distrutte all’interno. Hanno subìto un collasso. Via del Cavaliere, via del Marchese e Largo Pitogna mostrano ferite già infette. E il corso Duca degli Abruzzi sta solo un po’ meglio. Ma è fortissimo il rischio che tutto debba essere buttato giù perché irrimediabilmente compromesso. Per il momento, se la spassano solo i cani e i gatti, che non hanno problemi di cibo. Paganica ha la sua eroina. Si chiama Antonella Pasqua, è una poliziotta nei ruoli tecnici e ha pensato di morire la notte del sisma. «Io e i miei abbiamo vissuto dei momenti di panico assoluto. Non sapevamo se uscire di casa o restare immobili. Poi, siamo fuggiti. Al buio, mentre si sentivano i botti dei crolli e le urla. In questi vicoli non c’è nulla da salvare. Siamo vivi: conta questo. Sto qui in zona: c’è tanto da fare. Voglio essere d’aiuto. Sono una poliziotta. Una poliziotta di Paganica».

SAN DEMETRIO  Più che da vedere, c’è da sentire. Un poliziotto parla alla radio: «Ci hanno segnalato di un esercizio che sta vendendo le sigarette a 10 euro il pacchetto».

IL CENTRO  Tra i vicoli ci sono case con la croce di Sant’Andrea. Significa che la forza del terremoto ha lesionato anche le colonne portanti, creando un segno tipo la noto bandiera. Ci dovrà essere un abbattimento se il crollo non avverrà prima. Meglio non farsi illusioni: nel centro storico della città c’è pochissimo da salvare. Lo si legge anche negli occhi di Antonio Milillo, architetto pescarese noto anche per essere il direttore dei lavori di ristrutturazione dello stadio Adriatico. E’ tra i professionisti che si sono offerti volontari per un lavoro duro e non remunerato: preparare le schede di valutazione agibilità. Adesso è all’Aquila, casco di sicurezza ben messo in testa, per conto del Monte dei Paschi, con Fabio Capitani. «Ci sono nuovissimi criteri antisismici: la ricostruzione andrà fatta ad opera d’arte», dice Milillo. Intanto, paradossi del terremoto, il bancomat di Montepaschi di Corso Federico II funziona. Potenza dei soldi.

IL TG3 ABRUZZO  Il lavoro del Tg3 Abruzzo in questi giorni sta facendo il giro del mondo. Gli inviati, tutti abruzzesi e tutti toccati nei propri sentimenti dal terremoto, vengono rilanciati in continuazione a livello internazionale. Cosa apprezzata dai tanti abruzzesi che si trovano all’estero.

LA CASERMA  Il quartier generale di politici, giornalisti e responsabili della protezione a ogni livello è la caserma della Finanza “Vincenzo Giudice” di Coppito. Tra una scossa e l’altra, la vita procede frenetica e produttiva. Il colonnello Francesco Gazzani, comandante della scuola, e il tenente colonnello Paolo Carretta, capo dell’ufficio addestramento, come i loro uomini, dormono poco o niente e lavorano tantissimo. La struttura è integra nelle basi portanti, ma ha subìto danni per milioni di euro. Non c’è una sola parete davvero intatta.