PESCARA
A 77 anni sventa il raggiro del falso nipote
Il racconto di Ettore Donzelli: «Volevano 4.800 euro da mia moglie, ma io ho chiamato i carabinieri»
PESCARA. Ettore Donzelli ha 77 anni e vive in una traversa di via Tirino con la moglie. Grazie al suo acume e alla sua prontezza, nell’aprile scorso ha sventare la truffa del finto nipote. Il vicesindaco Adelchi Sulpizio lo ha premiato in Comune con una targa. Il riconoscimento “Prendiamoci per mano” è stato consegnato al termine del progetto “Truffe... no grazie”.
Ci racconta cosa è successo?
«È squillato il telefono di casa e ha risposto mia moglie: qualcuno, che si spacciava per mio nipote Riccardo, le ha chiesto 4.800 euro per sbloccare un pacco comprato online, altrimenti diceva che avrebbe perso la cauzione di 500 euro. Avremmo dovuto consegnare i soldi all’operatore di Poste Italiane entro le ore 13. Mia moglie ci era cascata e aveva dato a quella persona una serie di informazioni: il numero di cellulare, i dati personali, l’indirizzo di casa e persino le informazioni su come fare per arrivare qui e prendere i soldi».
Lei quando si è accorto che c’era qualcosa di strano?
«Subito, appena mia moglie ha abbassato il telefono e me l’ha raccontato. Era una richiesta troppo strana: 4.800 euro da consegnare entro le 13 mi è sembrato assurdo. Quando è squillato il cellulare lei ha iniziato a parlare con un presunto direttore delle poste che le chiedeva informazioni per compilare la fattura e intanto continuava a dargli altre informazioni. Sono prima rimasto a sentire poi, quando hanno richiamato a casa, ho preso io la cornetta. Quello che diceva di essere mio nipote ha esordito: “Ciao nonno, sono Riccardo”».
Che cosa gli ha detto?
«“Ma chi stì dì, tu non sei Riccardo”. Subito hanno abbassato il telefono, anche il finto direttore delle poste che parlava in contemporanea con mia moglie. Allora ho telefonato ai carabinieri e ho denunciato l’accaduto. Un mese dopo ho letto sul giornale di una truffa dei finti pacchi di riso: alcuni anziani sono stati derubati di 1.800 euro». (y.g.)
Ci racconta cosa è successo?
«È squillato il telefono di casa e ha risposto mia moglie: qualcuno, che si spacciava per mio nipote Riccardo, le ha chiesto 4.800 euro per sbloccare un pacco comprato online, altrimenti diceva che avrebbe perso la cauzione di 500 euro. Avremmo dovuto consegnare i soldi all’operatore di Poste Italiane entro le ore 13. Mia moglie ci era cascata e aveva dato a quella persona una serie di informazioni: il numero di cellulare, i dati personali, l’indirizzo di casa e persino le informazioni su come fare per arrivare qui e prendere i soldi».
Lei quando si è accorto che c’era qualcosa di strano?
«Subito, appena mia moglie ha abbassato il telefono e me l’ha raccontato. Era una richiesta troppo strana: 4.800 euro da consegnare entro le 13 mi è sembrato assurdo. Quando è squillato il cellulare lei ha iniziato a parlare con un presunto direttore delle poste che le chiedeva informazioni per compilare la fattura e intanto continuava a dargli altre informazioni. Sono prima rimasto a sentire poi, quando hanno richiamato a casa, ho preso io la cornetta. Quello che diceva di essere mio nipote ha esordito: “Ciao nonno, sono Riccardo”».
Che cosa gli ha detto?
«“Ma chi stì dì, tu non sei Riccardo”. Subito hanno abbassato il telefono, anche il finto direttore delle poste che parlava in contemporanea con mia moglie. Allora ho telefonato ai carabinieri e ho denunciato l’accaduto. Un mese dopo ho letto sul giornale di una truffa dei finti pacchi di riso: alcuni anziani sono stati derubati di 1.800 euro». (y.g.)