PESCARA
Aggressioni al Pronto soccorso, arriva la guardia giurata
Accolte le richieste della Uil Fpl dopo gli ultimi episodi di violenza e minacce nei confronti di medici e infermieri
PESCARA. All’interno del pronto soccorso, dove ultimamente le aggressioni verbali e fisiche nei confronti dei medici e degli infermieri sono continue, ci sarà una guardia giurata h 24. Della vigilanza all’esterno, invece, continuerà a occuparsi il personale della cooperativa Diogene. Lo hanno annunciato i vertici della Asl nel corso di un incontro con il responsabile della Uil Fpl Francesco Marcucci il quale, attraverso una lettera, aveva chiesto «di adottare con estrema urgenza tutti i provvedimenti necessari alla tutela del personale in servizio, ad esempio mediante ripristino, come avveniva anni fa, della vigilanza privata». «Ci vogliono le guardie giurate», aveva detto Marcucci.
Nel giro di una settimana, sono stati due gli episodi di violenza registrati nella struttura. La sera del primo giugno e martedì scorso. Nel primo caso, un infermiere è stato colpito con un pugno al viso da un paziente ubriaco, riportando la frattura del setto nasale; nel secondo, medici e infermieri sono stati minacciati con un coltello da un ragazzo di 24 anni, già noto alle forze dell'ordine, che voleva essere visitato subito. Un fatto ancora più grave è accaduto a metà febbraio: solo per aver chiesto a un paziente di indossare la mascherina, una infermiera di 36 anni è stata malmenata riportando, a causa delle botte, fratture, contusioni e un trauma alla ghiandola mammaria.
«Non possiamo che essere contenti», sottolinea Marcucci, «di aver ricevuto subito una risposta dall’Azienda e, quindi, di essere riusciti a sensibilizzarla. Il manager Ciamponi e i direttori Caponnetti e Michitelli mi hanno assicurato che la guardia giurata arriverà in tempi brevi e sarà sempre presente nel triage. Purtroppo, la situazione all’interno del pronto soccorso è diventata drammatica. Gli infermieri non ce la fanno più, vivono nella continua paura di essere aggrediti. La tensione è alle stelle. Tanti di loro sono arrivati a minacciare licenziamenti in massa, qualcuno era pronto a scendere in strada. Non vogliono soldi in più, desiderano solo lavorare con serenità, senza essere insultati e senza essere picchiati». Per il sindacalista, «vedere una persona in divisa può essere già di per sé un deterrente». (a.d.f.)