Appalti degli impianti sciistici, indagati Di Matteo e Berardinetti ad Avezzano

Nel mirino dei pm lavori da 12 milioni. I nomi dell’assessore regionale e dell’esponente di Regione Facile spuntano nelle telefonate. Gli avvisi di garanzia hanno riguardato anche alcuni noti imprenditori

AVEZZANO. Un assessore e un consigliere regionale. I nomi di . Donato Di Matteo e Lorenzo Berardinetti spuntano nelle intercettazioni telefoniche della squadra mobile dell’Aquila. Saltano fuori durante l’inchiesta su presunte tangenti e irregolarità negli affidamenti degli appalti da 12 milioni di euro, con finanziamenti pubblici, per la realizzazione o l’ammodernamento degli impianti sciistici delle stazioni invernali di Ovindoli, Pescasseroli e Cappadocia, nella Marsica. Di Matteo, nell’esecutivo della giunta D’Alfonso con l’incarico di assessore regionale alla Montagna e ai Lavori pubblici riferiti ai territori comunali, e Berardinetti, consigliere regionale e presidente della commissione agricoltura: sono indagati per corruzione e turbativa d’asta. «Atto dovuto» ripetono negli uffici della Procura di Avezzano. Le ipotesi d’accusa vengono formulate nella richiesta di proroga delle indagini fatta dai sostituti procuratori Maurizio Maria Cerrato e Roberto Savelli. L’inchiesta è condotta dalla squadra mobile dell’Aquila, diretta da Gennaro Capasso, ed è iniziata nel maggio scorso.

La figura di Tedeschi. L’intera indagine, secondo la Procura, ruota attorno al personaggio di Gianfranco Tedeschi, attuale sindaco di Cerchio, esponente del Pd marsicano ed ex presidente del Consorzio acquedottistico di Avezzano, che nelle scorse settimane era stato raggiunto da un’informazione di garanzia, con le stesse accuse formulate nei confronti di Di Matteo, sempre in quota Pd, e di Berardinetti, già sindaco di Sante Marie, eletto con Regione Facile. Tedeschi, per gli investigatori, potrebbe essere il “gancio” tra la Regione e i politici marsicani. Accusa ovviamente tutta da dimostrare. Gli stessi provvedimenti hanno riguardato l’ex sindaco di Ovindoli, Pino Angelosante, l’ex vicesindaco dello stesso Comune montano, Marco Iacutone, l’attuale sindaco di Pescasseroli, Anna Nanni, e l’ex sindaco di Cappadocia, Lucilla Lilli (dimessasi dall’incarico da qualche settimana). Ci sono anche altri indagati che appartengono al mondo dell’imprenditoria, come l’amministratore della società Monte Magnola Impianti srl di Ovindoli, Massimiliano Bartolotti.

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Tre progetti nel mirino. Sono tre i progetti sul turismo invernale al centro dell’indagine: uno da 5 milioni per Ovindoli (il capitolo nel Masterplan è di 10 milioni, gli altri 5 sono per Campo Felice), oltre 3,2 per Cappadocia e circa 3 per Pescasseroli, questi ultimi due finanziamenti affidati dalla precedente amministrazione di centrodestra. A Cappadocia è indagato anche il responsabile unico del procedimento per il rifacimento degli impianti sciistici, Dino Pignatelli. Coinvolto nella vicenda, sempre secondo la Procura, un altro imprenditore locale, Mario Rosci, che secondo i pm potrebbe essere l’intermediario tra ditte, sindaco e tecnico. Gli ultimi due, per la Procura, si sarebbero fatti promettere una somma di 20mila euro. Inoltre, in un altro filone d’indagine, Rosci, insieme a un altro imprenditore, Roberto Ridolfi, avrebbero tentato, sempre per la Procura, di far affidare in base alle loro esigenze i lavori per alcune strade del Comune pescando in una lista di cinque ditte.

Intercettazioni e sequestri. Nell'ambito delle indagini sono state eseguite centinaia di intercettazioni telefoniche contenute in montagne di faldoni depositati negli uffici della Procura. Nel frattempo la polizia ha eseguito decine di perquisizioni con sequestri di computer e materiale informatico e documentario negli uffici delle società implicate, nei Comuni, in studi privati degli amministratori e nelle auto di alcuni indagati. Tutti gli accusati – difesi dagli avvocati Antonio Milo, Paolo Novella, Franco Paolini e, ancora, Vittoriano Frigioni, Massimiliano Zitti, Roberto Verdecchia, Leonardo Casciere e Stefano Guanciale – hanno respinto le contestazioni. Lunedì inizierà una nuova fase: il pm Cerrato conferirà ad un perito informatico (Davide Ortolano) le analisi del materiale elettronico sequestrato. C’è il sospetto che alcuni file possano essere stati criptati.

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