Appalti e sanità, via al processo per l’affare degli ospedali: i big della politica sfilano in aula

11 Aprile 2025

Si apre il dibattimento per il terzo filone delle attività legate all’imprenditore Vincenzo Marinelli In cinque restano sotto accusa: il consigliere Pd Paolucci chiama a testimoniare Legnini e D’Alfonso

PESCARA. Si è ufficialmente aperto il processo davanti al collegio per il terzo filone dell’inchiesta sulle attività dell’imprenditore della sanità, Vincenzo Marinelli, scomparso il 24 ottobre scorso all’età di 88 anni. In questa tranche, dopo gli stralci dovuti alla morte di Marinelli, e ai patteggiamenti già disposti, restano a processo solo cinque posizioni (originariamente erano in 12): l’ex assessore regionale alla Sanità e attuale consigliere di minoranza del Pd, Silvio Paolucci; l’ex consigliera regionale e attuale segretaria della Lega, Sabrina Bocchino; il funzionario Asl Antonio Verna; Gabriele Di Bucchianico quale preposto all’ufficio gare del Consorzio Sgs; e l’ex dirigente del Comune di Pescara, Guido Dezio, che risponde però soltanto di favoreggiamento (per gli altri, a vario titolo le accuse sono di turbativa d’asta e corruzione).

Ieri era la giornata riservata all’ammissione delle prove (liste testi, trascrizioni), ma l’udienza è stata aperta da due eccezioni sollevate dall’avvocato Aurora Corazzini nell’interesse di Verna: una riguardava l’inammissibilità della costituzione di parte civile della Asl di Pescara (che attraverso l’avvocato Dante Angiolelli ha chiesto un danno minimo di 50 mila euro); la seconda, la presunta duplicazione delle accuse a carico del funzionario Asl (stretto collaboratore della dirigente Tiziana Petrella, uscita come molti altri dai vari filoni con i patteggiamenti). Per il legale, le contestazioni di turbativa d’asta a Verna sarebbero le stesse del primo filone: cambierebbero soltanto gli interlocutori. Per il pm Andrea Di Giovanni, invece, si tratta di condotte completamente diverse di luogo ed epoca. Eccezioni che sono comunque state respinte dal tribunale.

E dunque, a parte le trascrizioni delle intercettazioni richieste dalla pubblica accusa, c’è stato il deposito delle liste testi. Una cinquantina di nomi fra cui figurano anche personaggi eccellenti. Primo fra tutti l’ex vice presidente del Consiglio superiore della magistratura, Giovanni Legnini, citato dalla difesa di Paolucci(avvocato Marco Femminella): dovrà riferire sul projet financing negli aspetti tecnici e politici (si tratta di uno degli appalti sotto inchiesta che in totale sono tre). E sempre la difesa di Paolucci, ha citato anche il deputato Pd Luciano D’Alfonso per riferire sullo stesso argomento, però in qualità di commissario alla sanità dell’epoca: quindi due esponenti politici per chiarire i contorni di quell’opera per la gestione dei servizi di radioterapia e diagnostica integrata comprensivi di progettazione e realizzazione dei lavori accessori di installazione delle dotazioni tecnologiche del policlinico Santissima Annunziata di Chieti: un appalto da diversi milioni di euro che doveva durare circa 12 anni.

Secondo l’accusa Paolucci, sarebbe stato corrotto per non opporsi e non ostacolare e, anzi, per appoggiare, in sede politico-amministrativa regionale, l’iter propedeutico alla pubblicazione del bando: su questo dovranno rispondere Legnini e D’Alfonso. Tre i testi citati dalla difesa Verna (fra cui due componenti della commissione di gara “Logistica - pazienti fragili”); cinque quelli elencati dalla difesa della Bocchino(avvocati Ugo Milia e Pierpaolo Andreoni), chiamati più che altro a riferire sui rapporti personali tra Vincenzo Marinelli e la Bocchino. La lista dell’accusa, invece, oltre agli investigatori di polizia e guardia di finanza e ai periti, elenca soltanto cinque nomi: tutti ex indagati, quattro dei quali hanno patteggiato e quindi divenuti a tutti gli effetti testi chiave per l’accusa, come Tiziana Petrella (che figura anche in altre liste), Graziano Canonico (all’epoca autista di Marinelli), Pasquale Sentenza (contabile di Marinelli), Corrado Greco (Consorzio Sgs). Ultimo, l’ex consigliere regionale Mauro Febbo di Forza Italia la cui posizione è stata stralciata e mandata per competenza alla procura di Chieti. L’ultima lista, forse la più corposa, è quella di Dezio (avvocati Marco Spagnuolo e Mirko D’Alicandri): 17 testi fra cui ancora D’Alfonso, e poi l’attuale manager della Asl, Vero Michitelli, Antonio Blasioli (consigliere regionale Pd), l’ex vicesindaco di Pescara Enzo Del Vecchio, Fabio Zuccarini (attuale direttore generale del Comune) e Marco Rapino. Prossima udienza l’8 maggio, ma solo per affidare l’incarico peritale per la trascrizione delle intercettazioni.