LA SFIDA ALLA CRISI
Atessa, la fabbrica dei tappi premia i lavoratori
La Pelliconi decide di dare a duecento operai 1.800 euro di premio produzione e 500 euro in più di stipendio
ATESSA. È la migliore fabbrica di tappi a corona nel mondo e invece di delocalizzare quando la crisi ha cominciato a mordere produzione e fatturati, ha deciso di andare ad investire vicino i principali clienti, in Medio Oriente, dieci anni fa, negli Stati Uniti nel 2012, in Cina nel 2016 e in India nel 2017.
In questi giorni la Pelliconi di Atessa (la sede centrale è a Bologna) è al centro di un altro importante passo avanti verso il futuro con il rinnovo del contratto integrativo aziendale, ratificato martedì scorso. Quasi il 90% delle maestranze ha detto sì. Un plebiscito che ha messo d'accordo anche tutti i sindacati presenti in fabbrica: Cgil, Cisl, Uilm e Ugl. Questo perché, in un territorio che perde terreno con i grandi marchi mondiali e soccombe alla concorrenza, spesso sleale, dei paesi in via di sviluppo (vedi il caso Honeywell che ha delocalizzato in Slovacchia), e fa crescere soprattutto il numero dei contratti precari, la Pelliconi sembra andare controcorrente investendo invece su chi la rende grande nel mondo: i suoi dipendenti.
Per le 200 maestranze, oltre ad un salario di secondo livello di 3.500 euro annui, sono stati previsti aumenti salariali di 500 euro all'anno, un premio di risultato di 1.800 euro oltre ad un premio consolidato di 350 euro. Una sorta di Volkswagen abruzzese. Inoltre l'azienda emiliana si è impegnata a riconoscere le professionalità presenti nello stabilimento e a trasformare gradualmente i pochi (una quindicina su 200) contratti a tempo determinato in posti fissi. E in futuro ci sarebbero anche prospettive di crescita. «Il risultato di questo ottimo accordo - commenta l'rsu di stabilimento della Uilm-Uil, Fausto Antonucci - conferma ancora una volta che laddove esiste una contrattazione costante e finalizzata alla competitività dell'azienda e alla soddisfazione dei lavoratori, i risultati si raggiungono». E anche i lavoratori ci hanno messo del proprio.
Da vent'anni infatti la fabbrica lavora a ciclo continuo, 24 ore su 24 con 21 turni settimanali. In pratica le macchine non si fermano mai. Ciò che si sta sperimentando da quest'anno in Sevel per i soli dipendenti della manutenzione che sono passati da 18 a 21 turni, alla Pelliconi si fa già dal 1999. «Fu una scelta importante, per certi versi pionieristica in quegli anni e che fu aspramente contestata - racconta Antonucci - ma che oggi ha pagato in termini di risultati. Il nostro è un prodotto a basso valore aggiunto, nel senso che c'è pochissimo margine di guadagno. Per aggredire la crisi bisognava fare quel tipo di scelta oltre che andare ad investire là dove si trovano i principali clienti». La Pelliconi Abruzzo, leader mondiale per la realizzazione dei tappi a corona (a Bologna e in Cina si realizzano i tappi a strappo) produce 22 miliardi di pezzi all'anno per un fatturato di 80milioni di euro. Un piccolo miracolo tutto abruzzese.
In questi giorni la Pelliconi di Atessa (la sede centrale è a Bologna) è al centro di un altro importante passo avanti verso il futuro con il rinnovo del contratto integrativo aziendale, ratificato martedì scorso. Quasi il 90% delle maestranze ha detto sì. Un plebiscito che ha messo d'accordo anche tutti i sindacati presenti in fabbrica: Cgil, Cisl, Uilm e Ugl. Questo perché, in un territorio che perde terreno con i grandi marchi mondiali e soccombe alla concorrenza, spesso sleale, dei paesi in via di sviluppo (vedi il caso Honeywell che ha delocalizzato in Slovacchia), e fa crescere soprattutto il numero dei contratti precari, la Pelliconi sembra andare controcorrente investendo invece su chi la rende grande nel mondo: i suoi dipendenti.
Per le 200 maestranze, oltre ad un salario di secondo livello di 3.500 euro annui, sono stati previsti aumenti salariali di 500 euro all'anno, un premio di risultato di 1.800 euro oltre ad un premio consolidato di 350 euro. Una sorta di Volkswagen abruzzese. Inoltre l'azienda emiliana si è impegnata a riconoscere le professionalità presenti nello stabilimento e a trasformare gradualmente i pochi (una quindicina su 200) contratti a tempo determinato in posti fissi. E in futuro ci sarebbero anche prospettive di crescita. «Il risultato di questo ottimo accordo - commenta l'rsu di stabilimento della Uilm-Uil, Fausto Antonucci - conferma ancora una volta che laddove esiste una contrattazione costante e finalizzata alla competitività dell'azienda e alla soddisfazione dei lavoratori, i risultati si raggiungono». E anche i lavoratori ci hanno messo del proprio.
Da vent'anni infatti la fabbrica lavora a ciclo continuo, 24 ore su 24 con 21 turni settimanali. In pratica le macchine non si fermano mai. Ciò che si sta sperimentando da quest'anno in Sevel per i soli dipendenti della manutenzione che sono passati da 18 a 21 turni, alla Pelliconi si fa già dal 1999. «Fu una scelta importante, per certi versi pionieristica in quegli anni e che fu aspramente contestata - racconta Antonucci - ma che oggi ha pagato in termini di risultati. Il nostro è un prodotto a basso valore aggiunto, nel senso che c'è pochissimo margine di guadagno. Per aggredire la crisi bisognava fare quel tipo di scelta oltre che andare ad investire là dove si trovano i principali clienti». La Pelliconi Abruzzo, leader mondiale per la realizzazione dei tappi a corona (a Bologna e in Cina si realizzano i tappi a strappo) produce 22 miliardi di pezzi all'anno per un fatturato di 80milioni di euro. Un piccolo miracolo tutto abruzzese.