Auto in discarica L’inchiesta s’incaglia sui “non lo so”
Giallo sui mezzi comunali seminuovi abbandonati I dirigenti alzano le mani: non è colpa nostra
PESCARA. Nessuno sa nulla dei mini van elettrici, autocarri e ruspe del Comune abbandonati in una discarica in via Raiale, accanto al depuratore. Il sindaco Mascia ha ordinato un’inchiesta interna per accertare eventuali responsabilità in una vicenda che lo stesso primo cittadino ha definito «vergognosa».
Ma i primi risultati dell’indagine non appaiono incoraggianti. «Non so niente di questa storia», ha detto il direttore generale Stefano Ilari, interpellato telefonicamente dal Centro. La stessa risposta è arrivata dal ragioniere generale e responsabile dell’autoparco dell’ente Giovanni D’Aquino.
Il giallo in Comune si fa sempre più fitto. Quella discarica, dove ci sono i mezzi semi nuovi del Comune abbandonati, è un mistero. E sarebbero rimasto tale se Il Centro, in seguito a una segnalazione del consigliere Adelchi Sulpizio, non avesse rivelato in un servizio, pubblicato domenica scorsa, i particolari di quella scoperta avvenuta durante un sopralluogo della commissione Lavori pubblici al depuratore.
L’unico documento sinora emerso è una determina dirigenziale del 2002, all’epoca dell’ex giunta Pace, con la quale si dava mandato ad acquistare 14 mini van elettrici per una spesa complessiva di 361.519 euro. «La cosa più incresciosa», ha osservato Sulpizio, «è che nella discarica sono stati trovati solo 6 mini van elettrici e gli altri 8 dove sono finiti?».
Quei sei mezzi, marchiati con il logo «Pescara città vicina» utilizzato dall’ex sindaco D’Alfonso, hanno percorso appena poche migliaia di chilometri prima di essere abbandonati. Erano praticamente nuovi quando sono stati lasciati lì e ora si trovano in condizioni pessime. I ladri hanno fatto razzìe, portando via sedili, batterie e persino qualche volante. Nascosti tra i rovi ci sono anche furgoncini, autocarri e ruspe. Mezzi che continuano a costare all’ente, costretto a pagare ogni anno migliaia di euro per le tasse di possesso.
Mascia vuole individuare il o i responsabili di questo spreco di denaro pubblico e ha assicurato che non esiterà a denunciarli alla procura della Repubblica.
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