Casa di riposo, mancano 1,5 milioni per completarla
La struttura è chiusa da nove anni, ma i lavori non si sono ancora conclusi Il Comune chiede aiuto ai privati: in arrivo il bando per l’appalto in concessione
PESCARA. La casa di riposo di via Arapietra, chiusa nel 2004 dalla precedente amministrazione comunale per fare i lavori di ristrutturazione, dopo il trasferimento degli anziani ospiti in strutture private a pagamento, non ha più riaperto i battenti. Sono trascorsi ben nove anni e l’intervento non si è ancora concluso. Per completare l’opera servirebbero altri 1,5 milioni di euro, ma il Comune non ha tutti questi soldi a disposizione. Per questo, l’amministrazione ha deciso di chiedere aiuto ai privati. In pratica, qualche ente, o una fondazione, oppure una ditta specializzata si dovrebbe accollare la spesa per i lavori e in cambio otterrebbe la gestione della struttura per un certo numero di anni. Si tratta di un appalto in concessione.
L’apposito bando per la ricerca dei privati è quasi pronto: mercoledì prossimo si svolgerà in Comune un’ultima riunione con i tecnici della ragioneria per la presentazione di un piano economico-finanziario necessario per dare in via all’operazione. «È in pratica la proposta di un project financing di iniziativa pubblica», fa presente l’assessore Guido Cerolini, «verrà presentato in proposito un progetto completo di valenza sociale per la ricerca di enti e fondazioni interessati a completare l’opera e a gestire la struttura. Non è un problema di soldi, il nostro obiettivo è quello di ridurre i tempi di attesa per terminare l’intervento il prima possibile, evitando lungaggini burocratiche causate dai soliti appalti che espongono gli enti al rischio di contenziosi». Cerolini assicura che non ci saranno speculazioni da parte dei privati. Sarà, comunque, il Comune a stabilire le tariffe della casa di riposo, in più gestirà una quota di 15-20 posti, su un totale di 51 presenti nella struttura, da riservare ai meno abbienti. Ma l’opposizione mostra perplessità. Di questa questione si è parlato ieri durante i lavori della commissione Vigilanza, presieduta da Camillo D’Angelo. «Non si può pensare di far fare un business a un privato», avverte il presidente, «quanto dovranno crescere le tariffe per consentire al futuro gestore di rientrare nelle spese dei lavori e dei servizi offerti e nello stesso tempo di fare degli utili? Secondo me, questa operazione difficilmente vedrà la luce». «La verità è che siamo ancora a un’idea», aggiunge Enzo Del Vecchio (Pd), «non c’è nulla di concreto, nemmeno un piano economico-finanziario». La casa di riposo continua nel frattempo a rimanere un’incompiuta. L’attuale amministrazione, quando si è insediata nel 2009, ha trovato una situazione complicata per un contenzioso aperto con una ditta per la realizzazione del terzo lotto. Il Comune ha poi dovuto procedere alla risoluzione di quel contratto.
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