Case, 310 sfratti nel 2011 al primo posto la morosità
Calano invece rispetto al 2010 quelli eseguiti (419) e le esecuzioni forzate (1.245) Rapattoni (Unione inquilini): il rischio è di sprofondare in una barbarie sociale
PESCARA. Sono stati trecentodieci i provvedimenti di sfratto immobiliari emessi a Pescara nel corso del 2011, in aumento dell’1,31 per cento rispetto a due anni fa. Tra le cause resta al primo posto e aumenta rispetto allo scorso anno quella relativa alla morosità, ossia di inquilini che hanno sempre maggiori difficoltà a pagare l’affitto mensile. Basti pensare che su 310 sfratti emessi, ben 283 (circa il 90 per cento dei casi) hanno questa come motivazione. Solo diciotto gli sfratti per finita locazione e nove per necessità del locatore.
In leggero calo invece dell’1,66 per cento le richieste di esecuzione forzata di sfratto presentate all’ufficiale giudiziario che sono state in totale 1.245. Scendono in maniera più evidente gli sfratti eseguiti, con l’intervento dell’ufficiale giudiziario, che passano a quota 419, registrando un meno 5,20 per cento. Dati (diffusi dal ministero dell’Interno) che però non devono trarre in inganno, perché sono ancora incompleti, non sono state infatti registrate tutte le operazioni eseguite. Numeri che parlano di una crisi economica ancora più incisiva che colpisce soprattutto il ceto medio e disegnano una condizione di sofferenza sociale. Prendendo in esame l’intero Abruzzo abbiamo 625 nuove sentenze emesse, di cui 556 per morosità e 1672 richieste di esecuzione forzata. In controtendenza è solo il dato della provincia dell'Aquila in cui si registra un meno 10,67% dei provvedimenti di sfratto emessi rispetto al 2010. Al contrario il dato più allarmante è proprio quello pescarese in cui il totale degli sfratti emessi è salito dell'1,31% rispetto al 2010. Bisogna specificare che la morosità può essere sanata per non più di tre volte in un quadriennio. Nel caso in cui la morosità superi le tre mensilità non corrisposte si potrebbe configurare un danno grave per il proprietario che potrà chiedere al giudice, comunque la risoluzione del contratto anche se si sana il mancato pagamento delle mensilità. Lo sfratto con l’ufficiale giudiziario avviene quando chi occupa l’immobile non rispetta l’ordine del giudice, ovvero non libera bonariamente l’appartamento o la casa.
«La morosità rimane la prima causa di sfratto in Abruzzo», evidenzia Walter Rapattoni, segretario dell’Unione inquilini di Pescara e membro della segreteria nazionale dell’associazione, «con una percentuale che sfiora il 90 per cento del totale, in linea con la percentuale nazionale».
Rapattoni cerca anche di indicare una possibile strada per evitare gli effetti più nefasti della crisi: «Dallo scoppio della crisi, l'andamento degli sfratti segnala con evidenza l'acuirsi di una irrisolta questione sociale legata al diritto alla casa negato. Serve una sospensione immediata dell'esecuzione di tutti gli sfratti, compresa la morosità incolpevole, e uno stanziamento straordinario per ripristinare un fondo sociale per gli affitti adeguato alle esigenze delle famiglie in difficoltà».
Secondo il segretario dell’Unione inquilini inoltre «serve un piano straordinario per gli alloggi popolari, utilizzando con priorità il patrimonio pubblico e le aree pubbliche. Questa sarebbe una valorizzazione sociale dei beni pubblici e non la dismissione speculativa che il governo prepara. Sarebbe una grande opera pubblica, un investimento per il lavoro e la giustizia sociale. Il rischio è quello di sprofondare in una vera e propria barbarie sociale».
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