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13 aprile

13 Aprile 2025

Oggi, ma nel 1791, da Roma, nella basilica di San Pietro, col breve apostolico “Charitas quae” Papa Pio VI interdiceva ai vescovi nominati dalla Francia rivoluzionaria l'esercizio del ministero e, in pieno conflitto con il regime dittatoriale parigino, si rivestiva di autorità spirituale minacciando di scomunicare tutti quei preti detti costituzionali – avevano giurato solo 7 su 160 vescovi ma avevano detto “lo giuro” il 52 per cento dei parroci e oltremodo le assemblee dipartimentali si erano arrogate il diritto di nominare 68 porporati poi consacrati dal vescovo di Autun monsignor Charles de Talleyrand - che non avessero ritrattato entro 40 giorni l’atto di fedeltà civile prestato nei confronti dei vertici della sommossa politica ovvero il Direttorio nazionale.

Il provvedimento si sommava al precedente breve “Quod aliquantum”, del 10 marzo, col quale il pontefice Giannangelo Braschi, elevato sul soglio pontificio il 15 febbraio 1775, aveva condannato nettamente la Costituzione civile del clero (nella foto, particolare piatto commemorativo di quell'avvenimento con riportato il testo "Giuro di sostenere la Costituzione con tutto il mio potere") e più in generale aveva fatto sentire il suo diniego ai principi della rivoluzione francese scoppiata il 5 maggio 1789. Per contrappunto i rivoluzionari, dopo aver invaso Avignone, centro simbolo del potere temporale vaticano fin dai tempi della cattività detta appunto avignonese, dove, in una delle torri del Palazzo riservato al Santo padre, daranno seguito a quello che passerà alla storia come massacro della ghiacciaia, ovvero l’uccisione sommaria di 60 fedeli del successore dell'apostolo Pietro.

L’episodio desterà enorme scalpore e renderà la frattura tra il vertice amministrativo rivoluzionario e il massimo rappresentante della cristianità ancora più feroce rompendo definitivamente anche le relazioni diplomatiche di maniera. Tra il 2 e il 5 settembre 1792 saranno trucidati 223 sacerdoti. E tremila religiosi francesi cercheranno riparo all’interno dei confini dello Stato pontificio. Quanto agli ecclesiastici reputati fuori dal giuramento incriminato: per legge saranno deportati nella Guyana, possedimento francese d’oltremare.