PESCARA
Chiuso il mercato, i negozianti: «Così ci mandano in rovina»
Via dei Bastioni. Ieri ultimo giorno di lavoro, smantellati scaffali e box: 30 famiglie in difficoltà
PESCARA. Resta chiuso da oggi il mercato di via dei Bastioni e scoppiano i malumori di 30 famiglie di storici negozianti di frutta, verdura e salumi, preoccupate di rimanere a casa senza lavoro. Ma il Comune avverte: la vendita prosegue all’esterno. Intanto ieri si svuotavano banchi e scaffali e qualcuno ha abbassato le serrande in anticipo.
«Per noi», commentano amari gli operatori della struttura mercatale chiusa dai Nas per carenze igienico sanitarie dell’edificio «è un danno economico e morale impossibile da quantificare perché viviamo di quanto riusciamo a portare a casa la sera».
«Stiamo pagando un prezzo altissimo per errori che non sono nostri perché da anni», dicono al Centro che già nell’agosto scorso aveva raccolto lo sfogo degli operatori sulla insalubrità del mercato, «denunciamo le condizioni igieniche critiche della struttura, tra guano, piccioni che svolazzano sui banchi di frutta e verdura, muffe sui solai e scale e bagni lerci, ma il Comune non ci ha mai ascoltato. Di recente erano stati avviati dei lavori di riqualificazione, poi si sono fermati».
Ieri mattina al primo piano (completamente vuoto, ad eccezione di un solo operatore), però, c’era un operaio e il cantiere aperto per proseguire gli interventi di ristrutturazione dei soffitti. Ma di sotto montava la rabbia dei commercianti, quasi tutti con attività ereditate dai familiari, alle prese con la pulizia dei banconi e lo smantellamento degli scaffali.
Rabbia, sgomento, sensazione di abbandono, ansia per l’immediato futuro. Si respirava un’aria pesante ieri al mercato coperto dei Bastioni chiuso dai Nas per carenze igienico sanitarie che riguardano soltanto l’edificio.
«Nessuno di noi», precisano gli stessi commercianti che hanno necessità di tranquillizzare la clientela, «è stato trovato senza le adeguate prescrizioni sanitarie. I nostri banchi sono puliti e la merce conservata adeguatamente».
Il blitz dei carabinieri del nucleo antisofisticazioni intorno alle 6 di martedì. Un’alba di fuoco per i titolari dei box che, appena aperti i cancelli, si sono ritrovati «circondati», così hanno raccontato, «da una schiera di 20-30 carabinieri e altri operativi, con l’elicottero che ci girava sulla testa. Hanno controllato minuziosamente i banconi, ci siamo spaventati, anche i clienti sono fuggiti via».
Alla fine delle ispezioni ad ognuno di loro è stato rilasciato un documento attestante la regolarità delle condizioni igieniche dell’attività. Ieri un messo comunale ha consegnato ai commercianti il provvedimento di chiusura della struttura sorta ai primi degli anni ’60. «I clienti devono sapere che da noi non è stata riscontrata alcuna irregolarità, ma con i tempi incerti della riapertura, dicono un mese», attacca il verduraio Alessandro Bonabitacola mostrando i fogli che indicano ciò che afferma, «abbiamo proposto all’assessore Giacomo Cuzzi il trasferimento nel mercato di piazza Muzii o all’esterno, intanto non abbiamo fatto rifornimento».
«Tra ratti, mai una derattizzazione da anni e muri che cascano a pezzi»,mette il carico il salumaio Pasquale Renzetti, «questa situazione è conseguenza dell’immobilismo del Comune che ha perso tempo e ora i danni morali ed economici sono una botta per noi. Per ogni giorno che stiamo chiusi, sono incassi che perdiamo e con quelli viviamo. Almeno ora, facessero presto». Davanti al bancone di Renzetti, incredula Maria Grazia Fusella, impiegata pescarese che non sapeva della chiusura del mercato, ma non ha voluto rinunciare «all’ultimo barattolo del miele di Tornareccio». Attaccamento all’istituzione del quartiere Porta Nuova viene mostrata anche da Maria Anna Dei Fiori che arriva da Santa Filomena per comprare «la pasta fresca. E ora come facciamo?». Luana Floro fa la spesa nel mercato dei Bastioni da quando «avevo 11 anni e venivo a prendere le uova da Mario» dice rivolta al salumaio Nicola, del box “Da Maria”. Memoria storica del quartiere è la maestra Franca Maria Facchini, 93 anni, nata in via Conte Di Ruvo: «Porta Nuova muore senza mercato, da bambina andavo a far compere dai contadini che vendevano la merce nelle ceste in piazza Garibaldi». Vincenzo Minichilli, trasporta sacchi di pasta per liberare il box: «Seguiremo i lavori sperando che il Comune si prenda a cuore le nostre sorti, ma non dovevano arrivare al punto di penalizzarci così tanto».Qualcuno più fortunato, come Davide, della salumeria “Nunzio”, sarà impegnato nell’altro negozio di piazza Duca degli Abruzzi. Cristiana della panetteria “Pachito” ha chiuso alle 12: «Ho finito il pane, me ne vado a casa».
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