MONTESILVANO
Cinque ragazzi gli rapinano l’automobile
La vittima è un dipendente del circolo nautico: è stato spintonato e poi colpito mentre era vicino alla sua Alfa 147
MONTESILVANO. Si sono presentati in quattro o cinque al club nautico di via Aldo Rossi e hanno malmenato un uomo, per rubargli la macchina. Il malcapitato ha potuto fare ben poco per opporsi alla banda che ha avuto la meglio e si è allontanata con la macchina, una Alfa 147. Subito dopo la vittima, un uomo di 33 anni residente a Città Sant’Angelo, ha chiesto aiuto, per farsi soccorrere. Ed è finito in ospedale.
È una ricostruzione sommaria quella fornita dai carabinieri che stanno aspettando di acquisire tutte le informazioni sull’accaduto, ascoltando essenzialmente la vittima e chiunque abbia assistito ai fatti. È accaduto tutto pochi minuti prima delle 16. L’uomo, un dipendente del circolo nautico di via Rossi, stava lavorando vicino all’auto quando è stato avvicinato da un gruppetto di persone. Dovevano essere 4 o 5 e lo hanno spintonato e poi colpito. Ciò che volevano era la sua Alfa e se la sono presi con la forza, superando senza troppe difficoltà la resistenza del 33enne che si è trovato da solo a contrastare il gruppo interessato al suo veicolo.
Mentre i rapinatori si allontanavano con l’auto appena rubata, il dipendente del circolo nautico è stato raggiunto dal personale del 118 e soccorso. Ha riportato una serie di contusioni per cui è stato ritenuto opportuno portarlo in ospedale, a Pescara, per le medicazioni e anche per valutare le conseguenze dell’aggressione.
Nel giro di poco hanno preso il via le ricerche dei carabinieri della compagnia di Montesilvano che hanno ricevuto la segnalazione della rapina e hanno cercato di individuare l’auto in fuga, interessando anche i territori limitrofi. Ma nell’immediato questo tipo di attività non ha prodotto risultati. Ora proseguono le indagini con l’intenzione di dare un volto e un nome ai componenti del gruppo. Sarà fondamentale il racconto della vittima, per l’identikit dei responsabili, ma anche quello di eventuali testimoni che potrebbero aver notato la banda in azione, magari durante l’arrivo in quella zona isolata o durante la fuga con la macchina rubata. E potrebbero arrivare delle risposte anche dagli impianti di videosorveglianza posizionati lungo il tragitto che i rapinatori hanno seguito per lasciare quella zona prima dell’arrivo delle pattuglie dei carabinieri.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
È una ricostruzione sommaria quella fornita dai carabinieri che stanno aspettando di acquisire tutte le informazioni sull’accaduto, ascoltando essenzialmente la vittima e chiunque abbia assistito ai fatti. È accaduto tutto pochi minuti prima delle 16. L’uomo, un dipendente del circolo nautico di via Rossi, stava lavorando vicino all’auto quando è stato avvicinato da un gruppetto di persone. Dovevano essere 4 o 5 e lo hanno spintonato e poi colpito. Ciò che volevano era la sua Alfa e se la sono presi con la forza, superando senza troppe difficoltà la resistenza del 33enne che si è trovato da solo a contrastare il gruppo interessato al suo veicolo.
Mentre i rapinatori si allontanavano con l’auto appena rubata, il dipendente del circolo nautico è stato raggiunto dal personale del 118 e soccorso. Ha riportato una serie di contusioni per cui è stato ritenuto opportuno portarlo in ospedale, a Pescara, per le medicazioni e anche per valutare le conseguenze dell’aggressione.
Nel giro di poco hanno preso il via le ricerche dei carabinieri della compagnia di Montesilvano che hanno ricevuto la segnalazione della rapina e hanno cercato di individuare l’auto in fuga, interessando anche i territori limitrofi. Ma nell’immediato questo tipo di attività non ha prodotto risultati. Ora proseguono le indagini con l’intenzione di dare un volto e un nome ai componenti del gruppo. Sarà fondamentale il racconto della vittima, per l’identikit dei responsabili, ma anche quello di eventuali testimoni che potrebbero aver notato la banda in azione, magari durante l’arrivo in quella zona isolata o durante la fuga con la macchina rubata. E potrebbero arrivare delle risposte anche dagli impianti di videosorveglianza posizionati lungo il tragitto che i rapinatori hanno seguito per lasciare quella zona prima dell’arrivo delle pattuglie dei carabinieri.
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