Citymoda, indagato il costruttore

L'accusa: l'imprenditore che ha realizzato il complesso ha violato la legge sismica

PESCARA. Gli scavi per realizzare il centro commerciale CityModa di Santa Teresa di Spoltore sono iniziati nell'ottobre 2008 ma per la procura la cittadella della moda, un grande complesso di 7.500 metri quadrati, sarebbe stata realizzata senza rispettare la legge sismica. Il secondo filone dell'inchiesta di Spoltore, quello che ha come perno CityModa, sta per essere chiuso dal pm Varone con un nuovo indagato: il costruttore pugliese Giuseppe Magno. L'imprenditore originario di Copertino in provincia di Lecce si sarebbe occupato, attraverso l'azienda Cava Magno e costruzioni Salentine, di realizzare il complesso inaugurato il 16 luglio 2009, con un po' di difficoltà, dopo due aperture slitatte.

Giuseppe Magno, nel secondo filone dell'inchiesta di Spoltore, è indagato per violazioni urbanistiche, per non aver applicato correttamente la norma che disciplina la legge sismica. L'imprenditore, insieme al progettista dell'opera, comparirebbe nell'inchiesta bis del pm Gennaro Varone che sta per firmare l'avviso di conclusione delle indagini per un procedimento che conta 12 indagati e che intreccia collaudi sospetti a certificati di agibilità che sarebbero stati omessi, presunte agevolazioni nell'apertura del centro a «favori e utilità». Spoltore, dall'estate scorsa, è un Comune commissariato: le indagini condotte dal Corpo forestale hanno infatti spazzato la giunta dell'ex sindaco Franco Ranghelli finito agli arresti domiciliari insieme all'ex presidente Pd del consiglio regionale Marino Roselli. Ex sindaco, ex assessori ed ex consiglieri comunali accusati a vario titolo di associazione per delinquere, corruzione, tentata concussione e falso perché, per l'accusa, avrebbero dato vita a una «cabina di regia», come è stata chiamata, allo scopo di condizionare le scelte amministrative e politiche del consiglio e della giunta in cambio di vantaggi elettorali e personali.

Se l'inchiesta madre, chiusa il 9 marzo scorso con 16 indagati tra cui Ranghelli e Roselli, si è soffermata sul Prg, sull'accordo di programma per il cimitero, sull'appalto del servizio di igiene urbana e la realizzazione del mega complesso residenziale La Villa Costruzioni, l'inchiesta bis è invece tutta incentrata su CityModa. Una costola che vede indagati per corruzione e abuso d'ufficio ancora l'ex sindaco, il titolare del centro Giancarlo Fiore e l'ex comandante della polizia municipale Enrico Monaco accusato di corruzione accanto a una serie di figure come amministratori e tecnici che per l'accusa avrebbero collaborato a omettere alcuni requisiti e norme: la mancanza delle uscite e delle rampe di sicurezza, la necessaria dichiarazione di agibilità, collaudi sospetti e il certificato di conformità alle norme sismiche.

Un groviglio di permessi e di richieste che erano stati ricostruiti dal giudice per le indagini preliminari Gianluca Sarandrea in una ventina di pagine in cui il gip aveva segnalato: «Pur in assenza dell'agibilità, dei certificati antisismico e di collaudo e senza che le opere di urbanizzazione fossero terminate, CityModa apriva al pubblico senza effetturae la vendita della merce o somministrare alimenti». Un'iter che per la procura è stato controverso: «Un sistema con profili di irregolarità» su cui avrebbe vigilato, come scrisse all'epoca il gip, l'ex sindaco perché non avrebbe «esercitato il suo potere inibitorio». L'inchiesta bis dedicata alla cittadella della moda contava inizialmente dieci indagati a cui si aggiungeranno l'imprenditore Magno e il progettista.

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