L’accusa: gli deve dei soldi, lui la sequestra e lei si lancia dal secondo piano
La donna riportò fratture multiple, sotto processo l’uomo che secondo l’accusa la percosse e minacciò. I reati di cui deve rispondere sono spaccio, sequestro di persona, tentata rapina e lesioni personali
PESCARA.Spaccio di droga (cocaina e crack), sequestro di persona, tentata rapina, lesioni personali: sono le accuse dalle quali si sta difendendo davanti ai giudici del tribunale di Pescara A.D.P., per un inquietante episodio che si verificò il 17 aprile del 2022 nel suo appartamento nelle case popolari di Pescara. Vittima una donna straniera alla quale in più occasioni l'imputato avrebbe ceduto droga e che quel giorno, per sottrarsi alle violenze dell'uomo che le chiedeva indietro dei soldi, non ebbe altra scelta che gettarsi dal balcone di casa posto al secondo piano, rovinando al suolo. Quando venne portata in ospedale, la donna riferì che era stata investita, ma i medici ebbero subito molte perplessità ad accettare quella spiegazione. E anche il magistrato che dispose una perizia sulle condizioni della donna. E ieri, davanti al collegio, il consulente della Procura, dottor Domenico Angelucci, ha chiaramente detto che quelle fratture multiple (femore, bacino, caviglia e tibia della parte destra del corpo) non erano compatibili assolutamente con un investimento, ma con alta probabilità, la donna se le era procurate cadendo dall'alto, peraltro in piedi, prima di battere il viso sull'asfalto. Una consulenza effettuata, però, solo in base alle cartelle cliniche disponibili perché il medico, così come anche la Procura, non hanno più potuto ascoltare la vittima dal momento che da allora si è resa irreperibile. Vane infatti le ricerche. Ieri è stato sentito anche un esperto della polizia scientifica che aveva il compito di verificare quelle tracce ematiche trovate sull'asfalto e su un materasso che si trovava nelle vicinanze. La ricostruzione dell'accusa, sulla quale stanno lavorando i giudici, è ben diversa. La donna si trovava in casa dell'imputato (pare alla presenza di altri due che fino ad oggi non si sono presentati in tribunale per essere ascoltati come testi e per le quali il presidente del collegio ha disposto l'accompagnamento coatto) che pretendeva la restituzione di una certa somma, e che per questo avrebbe segregato la donna nella propria camera, «afferrandola per i capelli, percuotendola e minacciandola con un martello e prospettando l'utilizzo di un coltello». «Percuotendola ripetutamente - si legge nell'imputazione - con violenze tali da costringerla ad uscire sul balcone della camera posta al secondo piano dello stabile, a scavalcarlo e a gettarsi da quell'altezza (tra i 5 e i 10 metri)». Il processo riprenderà il 2 aprile prossimo con l'esame di quei testimoni che si sarebbero trovati