ANTONIO CARRARA
«Evitare che trovino cibo vicino ai centri abitati»
AVEZZANO. «Devo ringraziare innanzitutto la Regione Abruzzo per avere approvato su nostra sollecitazione una legge che ci consente di indennizzare i danni arrecati dagli orsi a quelle aziende...
AVEZZANO. «Devo ringraziare innanzitutto la Regione Abruzzo per avere approvato su nostra sollecitazione una legge che ci consente di indennizzare i danni arrecati dagli orsi a quelle aziende agricole e zootecniche che rientrano nella zona di protezione esterna del parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise». Così esordisce il presidente dell'Ente Antonio Carrara, che vede nella collaborazione con le altre istituzioni e in una presa di coscienza collettiva l'unica speranza di salvezza dell'orso bruno marsicano.
Vuol dire che l'adozione del Piano per la tutela dell'orso da parte del Parco è stata una scelta felice?
«Sì, siamo sulla buona strada. Il programma ci consente anche di mettere a disposizione degli orsi altri territori: la Maiella, il Sirente-Velino, i Simbruini. Il numero degli orsi presenti nel Parco è esiguo, ma la densità è elevata».
Quali iniziative intendete prendere per ridurre la mortalità degli orsi?
«L'istituzione del nucleo cinofilo può contrastare efficacemente l'uccisione degli orsi con il veleno, che è una delle maggiori cause di decesso».
Non crede che il turismo di massa possa creare problemi agli orsi?
«Per evitare che i visitatori disturbino gli orsi in agosto e settembre chiudiamo alcuni sentieri».
Come intendete fronteggiare il fenomeno degli orsi “confidenti”?
«Si deve assolutamente evitare che trovino facilmente cibo vicino ai centri abitati. Occorre pertanto che le strutture che ospitano soprattutto gli animali da cortile siano robuste impedendo così agli orsi di entrare. Ricerche ci dicono che nell'areale del Parco di cibo ce n'è in abbondanza. Se gli orsi si spostano è perché trovano più facilmente da mangiare. Così però si abituano e vi ritornano. Secondo alcuni studiosi svedesi, invece, la ricerca del cibo lontano dalla propria area, fatta soprattutto dalle femmine, è dovuta al carattere “dispotico” dei maschi, che potrebbero uccidere i cuccioli. Comunque sia, il fenomeno va assolutamente contrastato tanto per i pericoli che gli orsi corrono quanto per la tranquillità dei cittadini».
Quali tecniche d'avanguardia adottate?
«La telemetria e la genetica. In autunno catturiamo gli orsi per applicare o sostituire i radiocollari».
Perché l'orso bruno marsicano va salvato?
«Perché serve a salvare noi stessi». (n.m.)
Vuol dire che l'adozione del Piano per la tutela dell'orso da parte del Parco è stata una scelta felice?
«Sì, siamo sulla buona strada. Il programma ci consente anche di mettere a disposizione degli orsi altri territori: la Maiella, il Sirente-Velino, i Simbruini. Il numero degli orsi presenti nel Parco è esiguo, ma la densità è elevata».
Quali iniziative intendete prendere per ridurre la mortalità degli orsi?
«L'istituzione del nucleo cinofilo può contrastare efficacemente l'uccisione degli orsi con il veleno, che è una delle maggiori cause di decesso».
Non crede che il turismo di massa possa creare problemi agli orsi?
«Per evitare che i visitatori disturbino gli orsi in agosto e settembre chiudiamo alcuni sentieri».
Come intendete fronteggiare il fenomeno degli orsi “confidenti”?
«Si deve assolutamente evitare che trovino facilmente cibo vicino ai centri abitati. Occorre pertanto che le strutture che ospitano soprattutto gli animali da cortile siano robuste impedendo così agli orsi di entrare. Ricerche ci dicono che nell'areale del Parco di cibo ce n'è in abbondanza. Se gli orsi si spostano è perché trovano più facilmente da mangiare. Così però si abituano e vi ritornano. Secondo alcuni studiosi svedesi, invece, la ricerca del cibo lontano dalla propria area, fatta soprattutto dalle femmine, è dovuta al carattere “dispotico” dei maschi, che potrebbero uccidere i cuccioli. Comunque sia, il fenomeno va assolutamente contrastato tanto per i pericoli che gli orsi corrono quanto per la tranquillità dei cittadini».
Quali tecniche d'avanguardia adottate?
«La telemetria e la genetica. In autunno catturiamo gli orsi per applicare o sostituire i radiocollari».
Perché l'orso bruno marsicano va salvato?
«Perché serve a salvare noi stessi». (n.m.)