ALESSANDRIA

Ex brigatisti Curcio, Moretti e Azzolini a processo per la morte dell'appuntato abruzzese D'Alfonso

Un quarto imputato, Zuffada, è stato invece prosciolto perché l'accusa è stata considerata prescritta. La storia del carabiniere ucciso nella sparatoria  venuta fuori grazie alle ricerche e all’abnegazione del figlio

ALESSANDRIA. Gli ex Br Curcio, Moretti e Azzolini vanno a processo per la sparatoria a Cascina Spiotta in cui nel giugno del 1975 - in provincia di Alessandria - morì l'appuntato dei carabinieri Giovanni D'Alfonso nativo del rione San Comizio di Penne, padre di tre bambini. L'udienza ci sarà il 25 gennaio ad Alessandria. Un quarto imputato, Pierluigi Zuffada, è stato invece prosciolto perché l'accusa è stata considerata prescritta. L’inchiesta era partita nel dicembre del 2021 da una denuncia fatta alla Dda piemontese dal figlio della vittima, Bruno D’Alfonso, di Penne.

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Lo scontro a fuoco avvenne in occasione della liberazione di Vittorino Vallarino Gancia, imprenditore vinicolo che era stato rapito il giorno precedente. Il fascicolo è stato aperto dopo l'esposto con cui il figlio di D'Alfonso invitò la Procura a indagare sulla presenza, durante la sparatoria, di un brigatista che non era mai stato individuato. I sospetti degli inquirenti si sono poi indirizzati verso Azzolini. Del caso si sono occupati i carabinieri del Ros. 

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I funerali di Giovanni D'Alfonso si svolsero il 13 giugno 1975 a Manoppello e la salma fu tumulata nella chiesa di San Pancrazio dove si era sposato nel 1961. L'appuntato è stato insignito della medaglia d’argento al Valor militare "alla memoria" nel 28 aprile 1976. Medaglia d'oro di vittima del terrorismo. Gli è stata anche intitolata la caserma della Stazione dei carabinieri di San Valentino in Abruzzo Citeriore.

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