Filò, esposto bis del Wwf «Indagate sulla Regione»

Maxi opera da 31 milioni, occhi puntati sul carteggio tra l’ente e l’Unione Europea De Sanctis: «Ci sono tutti gli elementi per chiedere la sospensione dei lavori»

PESCARA. Un carteggio tra la Regione e l’Europa segnato da risposte imprecise, aspetti del progetto appena accennati e particolari addirittura omessi. Una spirale di documenti e carte bollate spesso in contraddittorio tra loro, partiti dall’Abruzzo verso Bruxelles per cercare di rassicurare la stanza dei bottoni della validità del progetto filovia, quella maxi opera da 31 milioni di euro messa in piedi per collegare la stazione centrale di Pescara con i Grandi alberghi di Montesilvano.

A distanza di un anno e mezzo dal primo reclamo, il Wwf Abruzzo prepara un secondo esposto in 16 allegati, immagini comprese, che integra la documentazione precedente e accende i riflettori su nuovi aspetti finora passati sottotraccia: dall’ammissione di una realizzazione «de facto» della procedura di screening attraverso una serie di conferenze stampa, alla progettazione di un mezzo talmente innovativo da non rendere necessari «cavi aerei, binari ed altre attrezzature e sistemi per la segnalazione».

Luciano Di Tizio, presidente del Wwf Abruzzo, ha firmato un nuovo fascicolo che ieri è stato inviato a sette istituzioni differenti: al pubblico ministero Valentina D’Agostino – titolare dell’inchiesta che ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati del presidente della Gtm Michele Russo e dei dirigenti della Balfour Beatty e della Vossloh Kiepe di Milano Giuseppe Ghirardi e Maurizio Bottari, accusati di truffa aggravata, frode nelle forniture pubbliche e falso – alla Commissione europea, ai ministeri dell’Ambiente e degli Affari esteri, alla presidenza del Consiglio dei ministri, alla rappresentanza permanente d’Italia presso l’Ue e alla Corte dei Conti. L’esposto invita l’Europa ad approfondire ogni dettaglio del progetto filovia e del carteggio partito dagli uffici della Regione Abruzzo e firmato dal dirigente Antonio Sorgi.

Dal maxi appalto assegnato nel 2006 alla mancata assoggettabilità alla Valutazione d’impatto ambientale (Via), nonostante il dirigente scriva (1 dicembre 2011) che «l’intervento è stato sottoposto a screening nella seduta del comitato di coordinamento regionale per la Via del 15 luglio 2008», per poi precisare successivamente (15 maggio 2012) che la procedura è stata effettuata «de facto» grazie alla convocazione di una conferenza stampa pubblica. Dall’inizio dei lavori sulla strada parco, che hanno portato alla sistemazione di 191 pali elettrici e una serie di magneti lungo il percorso della vecchia ferrovia Pescara-Penne, alla realizzazione di un sistema che utilizza per larga parte la guida vincolata e che non si integra con gli altri piani previsti nei territori limitrofi. Il ponte sulla foce del fiume Saline, ad esempio, dovrebbe sorgere a poche decine di metri dal capolinea di Filò, che nel progetto originario dovrebbe essere ampliato fino a Silvi, ed è assoggettato a Via.

«Ci sono tutti gli elementi per chiedere la sospensione dei lavori del filobus», rincarano la dose i rappresentanti del Wwf di Pescara Augusto De Sanctis e Loredana Di Paola, «siamo arrivati all’apice della nostra battaglia. È dalla fine del 2010 che abbiamo tentato di inviare le nostre osservazioni alla Regione, ma sono state tutte inascoltate e nessuno ha risposto alle nostre lettere. La missiva inviata a Sorgi a dicembre 2010 ha gli stessi contenuti del nostro reclamo all’Unione europea».

Ylenia Gifuni

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