File per i tamponi: ambulatorio dell’Asl anche allo stadio
Molti studenti in coda ieri mattina davanti all’ospedale Sopralluogo all’Adriatico per aprire una nuova struttura
PESCARA. Un centinaio di persone in coda per fare i tamponi all'ospedale.
In attesa del nuovo ambulatorio Covid che sarà realizzato in un'ala dello stadio Adriatico-Cornacchia, ieri mattina, sotto il sole cocente, poco distanziati ma con le mascherine addosso, la fila di persone inondava il parcheggio di via Fonte Romana, nelle vicinanze del pronto soccorso dove è stato posizionato il tendone col personale sanitario pronto a eseguire i test.
Tra la folla, molti studenti delle scuole superiori della provincia pescarese. Ma c'era anche una famigliola, genitori e due bimbi della primaria, risultati positivi al coronavirus due settimane fa e in attesa di fare il tampone di controllo. Il test decisivo, quello che dirà se il contagio è sparito oppure no. Erano stati contattati dalla Asl. La famiglia si è presentata alle 11 in punto, come da accordi con i sanitari.
Cinquanta minuti dopo, però, sono corsi via. Ecco perché: «Non potevamo restare», racconta il papà, pescarese ma di origini settentrionali, «ci siamo trovati in una situazione ingestibile, in mezzo a studenti e a una folla arrabbiata e non distanziabile» per lo spazio a disposizione non troppo ampio.
«L'assurdo», riprende il professionista, «è che noi siamo stati positivi e magari potremmo ancora esserlo. Rischioso e irresponsabile è stare insieme a presunti positivi, rischiando di contagiare altre persone. Dopo 50 minuti di questo delirio, ci siamo allontanati spontaneamente, considerata la criticità della situazione».
Il tempo di rimettersi in macchina, verso una seconda destinazione.
«Sì, perché l'altra situazione assurda», prosegue l'uomo, «è che siamo quattro persone risultate positive chiamate a fare i tamponi in altrettante strutture sanitarie diverse, Pescara, Penne, Cepagatti e io non so ancora dove sono stato assegnato».
Si interroga, la coppia di coniugi, «come sia possibile che noi pazienti, potenzialmente ancora infetti, dobbiamo raggiungere le strutture per fare i tamponi e non è la Asl a venire da noi».
La risposta dell'azienda sanitaria è tempestiva: non c'è sufficiente personale per fare i tamponi a domicilio. In trincea negli ambulatori Covid sparsi tra Pescara, Montesilvano, Cepagatti, Penne e Scafa, attualmente ci sono una decina, tra medici e infermieri, che coprono, con orari massacranti, gli ambulatori, i reparti ospedalieri dove operano quotidianamente e l'area Covid dell'aeroporto.
Il personale fa sacrifici enormi per garantire i servizi ovunque sia necessario, alle prese, ogni giorno con file chilometriche di persone che attendono all'aperto, sotto il sole o la pioggia, il turno per fare i tamponi.
Nei prossimi giorni, i vertici della Asl di Pescara faranno un sopralluogo nel dismesso ambulatorio sportivo dello stadio Adriatico per verificare se ci siano le condizioni per aprire una struttura idonea con l'obiettivo di snellire le code attraverso la creazione di percorsi di ingresso e uscita distanziati, box per la vigilanza e persino tragitti riservati alle persone allergiche.
La Asl, infine, sta approntando la riorganizzazione del dipartimento di Prevenzione con una nuova pianificazione dell'attività sanitaria.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
In attesa del nuovo ambulatorio Covid che sarà realizzato in un'ala dello stadio Adriatico-Cornacchia, ieri mattina, sotto il sole cocente, poco distanziati ma con le mascherine addosso, la fila di persone inondava il parcheggio di via Fonte Romana, nelle vicinanze del pronto soccorso dove è stato posizionato il tendone col personale sanitario pronto a eseguire i test.
Tra la folla, molti studenti delle scuole superiori della provincia pescarese. Ma c'era anche una famigliola, genitori e due bimbi della primaria, risultati positivi al coronavirus due settimane fa e in attesa di fare il tampone di controllo. Il test decisivo, quello che dirà se il contagio è sparito oppure no. Erano stati contattati dalla Asl. La famiglia si è presentata alle 11 in punto, come da accordi con i sanitari.
Cinquanta minuti dopo, però, sono corsi via. Ecco perché: «Non potevamo restare», racconta il papà, pescarese ma di origini settentrionali, «ci siamo trovati in una situazione ingestibile, in mezzo a studenti e a una folla arrabbiata e non distanziabile» per lo spazio a disposizione non troppo ampio.
«L'assurdo», riprende il professionista, «è che noi siamo stati positivi e magari potremmo ancora esserlo. Rischioso e irresponsabile è stare insieme a presunti positivi, rischiando di contagiare altre persone. Dopo 50 minuti di questo delirio, ci siamo allontanati spontaneamente, considerata la criticità della situazione».
Il tempo di rimettersi in macchina, verso una seconda destinazione.
«Sì, perché l'altra situazione assurda», prosegue l'uomo, «è che siamo quattro persone risultate positive chiamate a fare i tamponi in altrettante strutture sanitarie diverse, Pescara, Penne, Cepagatti e io non so ancora dove sono stato assegnato».
Si interroga, la coppia di coniugi, «come sia possibile che noi pazienti, potenzialmente ancora infetti, dobbiamo raggiungere le strutture per fare i tamponi e non è la Asl a venire da noi».
La risposta dell'azienda sanitaria è tempestiva: non c'è sufficiente personale per fare i tamponi a domicilio. In trincea negli ambulatori Covid sparsi tra Pescara, Montesilvano, Cepagatti, Penne e Scafa, attualmente ci sono una decina, tra medici e infermieri, che coprono, con orari massacranti, gli ambulatori, i reparti ospedalieri dove operano quotidianamente e l'area Covid dell'aeroporto.
Il personale fa sacrifici enormi per garantire i servizi ovunque sia necessario, alle prese, ogni giorno con file chilometriche di persone che attendono all'aperto, sotto il sole o la pioggia, il turno per fare i tamponi.
Nei prossimi giorni, i vertici della Asl di Pescara faranno un sopralluogo nel dismesso ambulatorio sportivo dello stadio Adriatico per verificare se ci siano le condizioni per aprire una struttura idonea con l'obiettivo di snellire le code attraverso la creazione di percorsi di ingresso e uscita distanziati, box per la vigilanza e persino tragitti riservati alle persone allergiche.
La Asl, infine, sta approntando la riorganizzazione del dipartimento di Prevenzione con una nuova pianificazione dell'attività sanitaria.
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